Le proteste anti-riforma in Israele sono diventate sempre più intense dopo il licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant da parte del premier Benyamin Netanyahu. I leader delle manifestazioni hanno immediatamente organizzato una protesta a Tel Aviv, seguita da altre dimostrazioni di solidarietà a Gerusalemme, Beersheva e Haifa.
La protesta di massa è stata indetta davanti alla Knesset a Gerusalemme, dove i leader delle proteste hanno dichiarato di non consentire alcun compromesso che danneggi l’indipendenza della Corte Suprema. Inoltre, hanno chiesto che il ministro Gallant sia riportato alla responsabilità della difesa. Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha attaccato la decisione di Netanyahu, sostenendo che il premier può licenziare il ministro, ma non può licenziare la realtà del popolo di Israele che sta resistendo alla follia della maggioranza.
Il segretario generale dell’Histadrut, il sindacato laburista, Arnon Bar-David, ha annunciato una conferenza stampa per oggi durante la quale potrebbe annunciare uno sciopero generale.
Il presidente israeliano Isaac Herzog è intervenuto sulla vicenda, chiedendo a Netanyahu di fermare la riforma della giustizia che indebolisce il sistema giudiziario. Ha fatto appello direttamente al premier, facendo riferimento anche ai disordini avvenuti nel paese.
La situazione è stata commentata anche dal portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, che si è detto profondamente preoccupato per gli sviluppi in corso in Israele. Ha sottolineato l’urgente necessità di un compromesso e ha richiamato i valori democratici come un segno distintivo delle relazioni tra gli Stati Uniti e Israele. Ha invitato i leader israeliani a trovare un compromesso il prima possibile basato su un ampio sostegno popolare.
In definitiva, la situazione in Israele appare tesa e complessa. Le proteste anti-riforma sono sempre più forti, mentre il governo cerca di procedere con le sue iniziative. Resta da vedere come si evolverà la situazione e se sarà possibile trovare un compromesso che soddisfi tutte le parti in causa.