Gli interessi sulla Libia, quelli che hanno aperto un solco in questi ultimi mesi tra i due Paesi. Le minacce per la politica economica aggressiva del governo gialloverde. Ma anche il Louvre. La partita tra Italia e Francia, con i rapporti sempre più tesi, si gioca anche così, con un braccio di ferro “artistico”. E che ha come oggetto del contendere un accordo stipulato dallo Stivale con il museo parigino nel 2017 e che prevede l’arrivo oltre i confini, nel 2019, della quasi totalità dei dipinti di Leonardo per realizzare un’esposizione in occasione del quinto centenario della sua scomparsa.
Il governo italiano si era impegnato a fare arrivare al Louvre tante opere, con l’eccezione dell’inamovibile Adorazione dei Magi che si trova agli Uffizi. L’
Uomo Vitruviano e gli studi della Battaglia di Anghiari dell’Accademia di Venezia, la Scapigliata della Galleria nazionale di Parma, il Musico della Biblioteca Ambrosiana, oltre ai fogli del Codice Atlantico, il San Girolamo dei Musei Vaticani e l’Annunciazione degli Uffizi. In più sono stati richiesti anche dei dipinti della scuola di Leonardo come la Leda della Galleria Borghese. I gialloverdi, però, non sono più convinti della bontà dell’idea.Emblematiche le parole della sottosegretaria ai Beni culturali Lucia Borgonzoni, della Lega: “Leonardo è italiano, in Francia ci è solo morto. Lui non è Leonardò come lo chiamano loro ma Leonardo, e dare al Louvre tutti quei quadri significa mettere l’Italia ai margini di un grande evento culturale, anche perché pure i Lincei stanno preparando una loro mostra per agosto. Bisogna rimettere tutto in discussione. Nel rispetto dell’autonomia dei musei, l’interesse nazionale non può essere messo in second’ordine. I francesi non possono avere tutto”.A poco serve il fatto che gli esponenti della passata gestione del Ministero dei Beni Culturali, come rivelato dal Corriere della Sera, abbiano specificato che l’accordo prevede anche un compenso da parte della Francia, un impegno da parte
del Louvre nel dare all’Italia i suoi Raffaello per la grande mostra sul pittore urbinate in programma alle Scuderie del Quirinale nel 2020. Una sorta di “scambio” che però non convince la Lega: “La maggioranza del lavoro di Raffaello è già in Italia”.
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