Save the children lancia un vero e proprio allarme per il nostro Paese: “1,2 milioni di minori in Italia vivono sotto la soglia di povertà, il dato è triplicato in dieci anni”. La lente d’ingrandimento si posa sull’emergenza dell’offerta formativa: edifici poco sicuri, investimenti in istruzione che vanno a singhiozzo e abbandono scolastico alle stelle. Molti giovani (almeno uno su sette) si perdono lungo il percorso e finiscono per lasciare gli studi, mentre chi continua ad andare a scuola è spesso costretto a farlo in strutture inadeguate (settemila sono da considerarsi “vetuste” e più di 21mila non hanno il certificato di agibilità).
Questo è quanto emerge dal decimo “Atlante dell’infanzia a rischio” di Save the Children. Il report è a cura di Giulio Cederna. La cifra dei minori che vivono in povertà assoluta, cioè senza i beni indispensabili per condurre una vita accettabile, è più che triplicata, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018 e arrivando a toccare quota 1,2 milioni.
L’Italia, secondo l’Atlante, continua inoltre a non avere un piano strategico per l’infanzia e l’adolescenza. Le risorse investite nel sociale sono insufficienti, con divari enormi tra le Regioni nell’accesso ai servizi per i bambini e le loro famiglie. Basti pensare che, a fronte di una spesa sociale media annua per l’area famiglia e minori di 172 euro pro capite da parte dei Comuni, la Calabria si attesta sui 26 euro mentre l’Emilia Romagna arriva a 316.
Secondo i dati dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Italia spende per l’istruzione e l’università circa il 3,6% del Pil, quasi un punto e mezzo in meno rispetto alla media degli altri Paesi, pari al 5%. Ccon la riforma del 2008, in tre anni, sono stati tolti ben 8 miliardi. La spesa per l’istruzione è così crollata dal 4,6% del Pil del 2009 al 4,1% del 2011 fino al minimo storico del 3,6% del 2016.
La povertà economica si riflette sulla povertà educativa. In alcune regioni il tasso di dispersione supera il 20% (Calabria, Sicilia e Sardegna). Il dato complessivo nel 2018 si attesta al 14,5%, ma si registra per il secondo anno consecutivo un pericoloso trend di ripresa. Ma c’è di più. Un minore su due non legge un libro e circa un minore su 5 (tra i 6 e i 17 anni) non pratica sport. Il 15% svolge solo qualche attività fisica.
Scenario tutt’altro che incoraggiante quello sulle strutture scolastiche: nell’Italia dei terremoti e del dissesto idrogeologico le scuole sicure sembrano un miraggio e la gran parte degli edifici è inadeguata a possibili emergenze. Nelle aree a pericolosità sismica alta e medio-alta, sono ben 13.714 le strutture che non sono state progettate per resistere a un terremoto ed è antisismica appena una scuola su cinque.
In concomitanza con la pubblicazione del nuovo Atlante parte anche la campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa. Firmando la petizione online http://www.illuminiamoilfuturo.it si chiede il recupero di 16 spazi pubblici oggi abbandonati da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini.
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