Jovanotti è un “ragazzo fortunato”, ma anche un ragazzo con un cuore grande. E così, è bello leggere la notizia del suo personalissimo ringraziamento rivolto al personale sanitario che si sta facendo in quattro per fronteggiare l’emergenza coronavirus: “State facendo la storia! Veramente grazie, grazie proprio di cuore a tutta la vostra categoria. Siete straordinari, grazie”. È questo il ringraziamento che Lorenzo Jovanotti ha rivolto agli operatori sanitari dell’ospedale San Donato di Arezzo con una videochiamata a un suo amico ricoverato per Covid nel reparto di pneumologia, il veterinario Alberto Brandi.
Gli infermieri e i medici lo hanno omaggiato con le sue canzoni scritte sulle tute d’ordinanza. “Il ringraziamento di Jovanotti è quello di tutti noi. Toscana, avanti coraggio!”, ha commentato il presidente della Regione, Eugenio Giani, rilanciando la notizia. E un messaggio come quello di Jovanotti in questo momento è più che mai necessario, visto che in questa seconda ondata, purtroppo, anche i medici e gli infermieri stanno finendo sempre più sotto attacco: da eroi a untori.
Eroi instancabili, soldati in guerra con le armi spuntate, semplici lavoratori che fanno il loro dovere. L’emergenza Coronavirus ha messo al centro dell’attenzione mondiale la categoria degli operatori sanitari, e tutti, impotenti e costretti a delegare ad altri l’onere di debellare attivamente il Covid-19, li abbiamo chiamati nei modi più differenti. Medici, infermieri, OSS, chiunque stia combattendo in prima linea il Coronavirus, d’improvviso è diventato, se non la nostra unica speranza, quanto meno una categoria in cui non possiamo fare a meno di riporre quanta più fiducia possibile.
E la risposta, più o meno generalizzata, dei diretti interessati, è stata: “Grazie per la stima e le belle parole, ma noi non siamo eroi. Siamo solo professionisti e facciamo quel per cui abbiamo studiato e ci siamo specializzati”. Un’unica cosa, però, ci hanno chiesto: “Ora ci elogiate, ci applaudite e ci incitate, ma quando tutto questo sarà finito non dimenticatevi di quel che abbiamo fatto”.
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