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La pallavolista della squadra di Novara, Sara Bonifacio, ha espresso profonde riflessioni sulla morte della sua compagna di squadra e amica Julia Ituma, soprannominata “Titu”, trovata morta fuori dal Volley Hotel a Üsküdar, Istanbul, il 13 aprile scorso. Bonifacio ha condiviso i suoi pensieri su Instagram, sottolineando come la società spinga le persone a essere forti e a nascondere le proprie debolezze, creando una sorta di vergogna intorno alla fragilità.
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Il dolore che prova per la morte di Julia è difficile da spiegare e le domande sulla ragione dietro a questa tragica perdita rimarranno senza risposta. Ha sottolineato come viviamo in una società che ci spinge a rialzarci anche prima di cadere, ma che allo stesso tempo non sempre offre un vero ascolto quando chiediamo aiuto. Mettendo in discussione il concetto di forza e debolezza, chiedendosi chi decida chi sia forte e chi no, e perché sia così importante. Ha affermato che non è importante, e si è scusata con Julia per non averle ricordato quanto fosse importante.
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Il valore della vita
Ancora: solo il tempo potrà aiutare ad accettare ciò che è successo e ha sottolineato l’importanza del tempo stesso, che Julia le ha ricordato essere prezioso. Ha esortato tutti a riflettere su di sé e sugli altri, e a valutare se il modo in cui ci comportiamo verso gli altri ogni giorno sia davvero all’altezza del valore della vita che ci è stata data. Ha concluso con l’affermazione che Julia le mancherà e che le deve una serata.
La morte di Julia Ituma ha colpito profondamente Sara Bonifacio e ha spinto la pallavolista a riflettere sulla società e sul modo in cui trattiamo gli altri. Ha sollevato interrogativi sul concetto di forza e debolezza e ha sottolineato l’importanza di offrire un vero ascolto e di fare attenzione alle persone che incontriamo nel nostro cammino. La sua testimonianza è un richiamo a una maggiore sensibilità e umanità nelle relazioni interpersonali.