Non sono finiti i guai per la Juventus. Dopo i 15 punti di penalizzazione in classifica inflitti al club bianconero di Torino, oggi sono state pubblicate le motivazioni della sentenza del processo plusvalenze a carico della Juve con cui la Corte di appello federale della Figc (Caf) spiega di aver ammesso la richiesta della Procura di revocazione, dopo che nello scorso aprile era avvenuto il proscioglimento in primo grado.
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Le motivazioni della sentenza plusvalenze
“Di fronte ad un quadro dei fatti radicalmente diverso per l’impressionante mole di documenti giunti dalla Procura della Repubblica di Torino che ha evidenziato l’intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori. – si legge nelle motivazioni della sentenza contro la Juventus – Il fatto nuovo che prima non era noto è proprio l’avvenuto disvelamento della intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori”.
“Il fatto nuovo, come è stato efficacemente sottolineato dalla Procura federale, è l’assenza di un qualunque metodo di valutazione delle operazioni di scambio. E, invece, la presenza di un sistema fraudolento in partenza (quanto meno sul piano sportivo) che la Corte federale non aveva potuto conoscere. E alla luce del quale la decisione deve essere diversa da quella qui revocata. – si legge ancora nelle motivazioni della sentenza plusvalenze – Un quadro fattuale, quello appena citato, dimostrato dalle numerose dichiarazioni (derivanti dalle intercettazioni), dai documenti e dai manoscritti di provenienza interna alla FC Juventus spa e che hanno tutti una natura essenzialmente confessoria”, conclude la Caf.
I timori dei tifosi della Juventus
Cominciano così a prendere corpo tutte le peggiori paure dei tifosi della Juventus, i quali temono che dietro a questo presunto accanimento giudiziario contro la Vecchia Signora ci sia la volontà di spedirla in Serie B. Secondo il quotidiano sportivo torinese Tuttosport, ad esempio, il rischio è che le indagini ancora in corso sulla società potrebbero portare ad una penalizzazione ancora maggiore, tanto da far rischiare la retrocessione in Serie B alla squadra. Retrocessione che si verificherebbe a 17 anni dalla prima storica discesa in seconda divisione, avvenuta dopo lo scandalo Calciopoli. Secondo quanto si apprende, la Procura Federale avrebbe deciso di avvalersi della possibilità di chieder ulteriori 40 giorni per completare le indagini in corso che ora riguarderanno soprattutto la cosiddetta ‘manovra stipendi’ effettuata dalla dirigenza della Juventus.
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