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Sparizione di Kataleya: un complicato intrigo di vendetta emerge come possibile movente

Kataleya portata all'estero

>>>>> L’ultima foto di Kataleya prima della scomparsa
La sparizione della piccola Kataleya Mia Chicillo Alvarez, la bambina di cinque anni che è scomparsa dall’hotel Astor a Firenze, continua a tenere con il fiato sospeso l’Italia. Un testimone chiave ha dichiarato che la bambina è stata vista trascinata via con forza, dando un svolta al caso e delineando un quadro molto più complesso e intricato di quanto inizialmente pensato. “L’ho vista trascinare via verso il palazzo a fianco“, avrebbe dichiarato l’uomo ai carabinieri, dando il via ad un blitz di una 30ina di militari. “Sentono tutti” nell’ex albergo, “vanno da chi abita in ogni camera. Li fermano uno a uno”, gli agenti “entrano a vedere dentro gli alloggi”, ha raccontato una parente della bimba uscendo dall’hotel.
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Angel Romero Chicclo, padre della piccola Kataleya Mia Alvarez Chicclo, detta Kata, la bambina di cinque anni scomparsa a Firenze sabato scorso dall’ex hotel Astor, una struttura occupata. L’uomo si trovava in custodia cautelare nel carcere fiorentino di Sollicciano dopo una condanna in primo grado per furto. Il tribunale ieri sera ha attenuato la misura cautelare, applicandogli l’obbligo di firma.

Un potenziale movente: la vendetta

Secondo quanto riportato da La Stampa, la violenza sessuale su una quindicenne di origine peruviana lo scorso febbraio potrebbe aver scatenato un desiderio di vendetta tra i parenti dell’adolescente e gli occupanti dell’hotel. “I parenti della quindicenne si sono forse vendicati perché la ragazza era stata abusata da qualcuno dell’hotel” ha rivelato un inquilino dell’hotel di San Jacopino. Questa informazione aggiunge un ulteriore strato di complessità a un caso già misterioso e allarmante.

Il rapimento e le vie di fuga

Le vie di fuga dal piazzale dell’Astor sono molteplici e diversificate. Oltre a due uscite principali su via Boccherini e via Monteverdi, esiste anche una terza via: una vecchia porta su una parete sul retro che dà sulla strada in un punto non inquadrato dalle telecamere di sorveglianza. Nonostante i tentativi dei cani molecolari, Kataleya continua a essere introvabile.

Testimonianze chiave

Nel corso delle indagini, le testimonianze di Abel, zio materno della piccola, e del fratello maggiore di Kataleya, otto anni, hanno fornito spunti fondamentali. Abel ha ammesso di aver perso di vista la bambina mentre si occupava della sua figlia, mentre il fratello di Kataleya ha riferito che degli uomini con palloncini si erano avvicinati mentre lui e Kataleya stavano giocando, e poco dopo Kataleya era scomparsa. Le telecamere di sorveglianza però, non hanno registrato l’entrata di nessuno con palloncini.

Speranza e mistero

Nonostante le circostanze drammatiche, tra i parenti della bambina scomparsa si nutre ancora speranza. Elisa Suarez, zia della bambina, ha detto: “Abbiamo una speranza in più, non posso dire che cosa, ma noi abbiamo questa fede”. Mentre la ricerca di Kataleya continua, gli investigatori stanno considerando la possibilità che il rapimento possa essere collegato a rivalità tra le comunità locali.

L’avvistamento a Bologna e i cartelli “Sto bene”

Un elemento che ha aggiunto ulteriori complicazioni al caso è stato un avvistamento a Bologna, successivamente smentito, e la comparsa di cartelli con la scritta “sto bene” lungo la linea del tram vicino all’hotel. Questi cartelli hanno rafforzato la speanza di alcuni che la bambina possa essere ancora viva.

Le perquisizioni

Mentre le ricerche proseguono, i carabinieri e i vigili del fuoco hanno effettuato una serie di perquisizioni dettagliate in appartamenti, garage e scantinati. Hanno sfondato porte, perlustrato pozzi neri, e cercato ogni angolo possibile, dal suolo al tetto. L’obiettivo principale è stato quello di ripercorrere un possibile itinerario che potrebbe essere stato utilizzato dai rapitori per portare via Kataleya sen essere visti dalle telecamere di sorveglianza.

L’interrogatorio degli occupanti

Gli investigatori dei carabinieri hanno interrogato tutti gli occupanti dell’ex hotel Astor, cercando di raccogliere quante più informazioni possibili su Kataleya e sul contesto in cui viveva. Le domande si sono concentrate non solo sulla giornata della sua scomparsa, ma anche sulle dinamiche quotidiane all’interno dell’hotel, nella speranza di ottenere indizi utili per ritrovarla.

Il ruolo della mamma Katherine

Infine, un mistero che continua ad avvolgere il caso riguarda Katherine, la madre di Kataleya. Dopo aver appreso della scomparsa della figlia al suo ritorno dal lavoro, alle 15:40, ha presentato denuncia solo alle 20:00. Chi ha cercato Kata durante queste ore rimane sconosciuto.

Questa serie di eventi intricati e inquietanti ha catapultato l’attenzione dell’intera nazione sul caso di Kataleya. Mentre le ricerche continuano, la speranza che Kataleya possa essere ritrovata sana e salva rimane viva nel cuore di tutti. I dettagli emergenti sul possibile movente di vendetta aggiungono un ulteriore livello di urgenza e di complessità a un caso già misterioso e angosciante.


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