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La blockchain applicata all'AgriFood: gli startupper di EZ Lab

Tra le startup italiane di maggior successo, parliamo oggi di EZ Lab. L’innovativa impresa, nata a Padova nel 2014,è specializzata nello sviluppo di soluzioni informatiche avanzate nel campo dello Smart AgriFood per il supporto e il potenziamento del settore agroalimentare. Tra le tecnologie di ultima generazione utilizzate possiamo citare la Blockchain, gli Open Data, l’IoT e i ChatBot.
Oggi EZ Lab ha sede a Padova presso lo Start Cube – Incubatore Universitario d’Impresa Innovativa, e una seconda sede operativa a San Francisco per l’applicazione del software nei mercati statunitense. Inoltre, la startup collabora attualmente con le maggiori aziende internazionali attive nel settore dell’innovazione tecnologica e Smart Agri-food come Thrive AgTech (Salinas, CA), Ernst&Young, Smart&Start (Invitalia), IBM, Fiware o Wind-Tre Telecomunicazioni.

AgriOpenData: la blockchain per la tracciabilità della filiera agroalimentare

Nel 2015, gli startupper di EZ Lab danno vita a AgriOpenData, la prima piattaforma online per la tracciabilità e la certificazione dei prodotti agricoli e dell’intera filiera agroalimentare. La piattaforma sfrutta l’utilizzo della tecnologia Blockchain e degli Smart Contracts come sistema di sicurezza per la gestione di transazioni automatiche. Grazie all’integrazione della blockchain, infatti, è possibile valorizzare la produzione agricola di qualità (specialmente quella BIO), ridurre i consumi energetici (Carbon Footprint) e allo stesso tempo garantire in massima trasparenza la sicurezza alimentare al consumatore finale (tramite QR Code o RFID), certificando tutti i passaggi del processo di produzione: dalla provenienza ai trattamenti utilizzati, dalla trasformazione della materia prima fino alla distribuzione nelle GDO.
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In un’intervista a Veneto Economia, Massimo Morbiato – founder di EZ Lab – ha spiegato come AgriOpenData aiuti a “costruire un’analisi che consente di prendere delle decisioni veloci e corrette cercando di consumare meno risorse naturali: meno trattamenti agricoli, meno acqua, meno impianti da gestire”. Il fine ultimo della piattaforma è quello di valorizzare le colture di qualità: “Si parla molto di prodotti extracomunitari che non sono certificati, che vengono coltivati utilizzando agrofarmaci che in Italia sono vietati. Tramite questo tipo di app che noi forniamo, gli agronomi e i consorzi di coltivazione hanno possibilità di certificare la produzione. Un canale molto importante sono le aziende che producono pasta e sughi, che devono dimostrare che tutta la filiera è certificata e produce secondo una normativa, utilizzando prodotti di qualità, senza sfruttare l’ambiente più del necessario”.
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Wine Blockchain: il “Km 0” diventa digitale

Dopo il lancio di AgriOpenData, gli startupper di EZ Lab si spingono oltre lanciando, nel 2017, il progetto Wine Blockchain. Si tratta del primo caso al mondo di autocertificazione blockchain della produzione del vino “Cantina Volpone” (Puglia, Italia), in collaborazione con Ernst&Young. Grazie alla tecnologia della blockchain, che autocertifica l’intera tracciabilità della filiera di produzione e la trasformazione dei prodotti agricoli (in particolare BIO e DOCG), il sistema permette di certificare la qualità, la provenienza e la filiera, valorizzando il lavoro agroalimentare di qualità. La soluzione Wine Blockchain costituisce quindi il primo caso di prodotto offerto tramite un “KM-zero virtuale”, ovvero una relazione digitale tra produttore e consumatore finale che, attraverso un’etichetta intelligente posta sulla bottiglia di vino, permette di conoscere il produttore identificato tramite la firma digitale ma anche l’intero processo di coltivazione, produzione e trasformazione del vino, massimizzando la fiducia tra produttore e consumatore finale.
blockchain-agrifood-ezlabLa tecnologia blockchain, che abilita questa soluzione, è caratterizzata da un database contenente un registro di tutte le transazioni, per cui ogni partecipante può verificare la validità della catena delle transazioni. Attraverso un processo di condivisione in rete di tutte le informazioni connesse al prodotto, il consumatore potrà verificare, in qualsiasi momento e punto vendita, provenienza, caratteristiche organolettiche e l’intera filiera agroalimentare e industriale della bottiglia certificate dal produttore, semplicemente avvicinando il proprio smartphone al QR Code presente sull’etichetta. Sarà inoltre possibile conoscere il campo in cui è stato coltivato, le viti utilizzate, ma anche i trattamenti fitofarmaci e agricoli effettuati con tutto i passaggi e metodi produttivi. Oltre al progetto avviato con la cantina “Placido-Volpone” (nata dalla collaborazione tra l’attore Michele Placido e la Cantina Volpone), recentemente la Startup ha implementato per Casa Girelli la certificazione blockchain dell’etichetta Nero d’Avola La Mura BIO, vendemmia 2017, il primo vino italiano BIO di cui viene certificata l’intera filiera produttiva.