Prima la proposta di presentare una mozione di sfiducia contro Matteo Salvini, coinvolto nella vicenda dei soldi russi. Poi il palcoscenico del Pd, sul quale Maria Elena Boschi è tornata di forza ritagliandosi uno spazio importante nella galassia dem. In un’intervista a Repubblica, l’ex ministro per i Rapporti con il Parlamentoha preso posizione contro l’apertura di Dario Franceschini nei confronti del Movimento 5 Stelle: “Noi non appoggeremo mai un accordo tra il Pd e i 5 Stelle. Sarebbe una follia. Solo Franceschini è rimasto fermo al 2013, gli piace sentirsi dire di no”.
La Boschi ha poi aggiunto di non temere un accordo con i 5S: “È che proprio non lo condivido. Sarebbe una follia e una mancanza di rispetto per la nostra gente”. Secondo l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Lega e 5 Stelle “non sono diversi, ma due facce della stessa medaglia. Alla fine sono d’accordo su tutto”. Sulle opere pubbliche: “Che si faccia la Tav è una buona notizia, ma abbiamo perso un anno per colpa del governo. Mi chiedo se ora per coerenza Toninelli si dimetterà”.
Obiettivo del Pd ora deve essere quello di mandare a casa l’attuale maggioranza di governo: “Vanno scardinati, ma per mandarli a casa, non per farci un accordo. Se il governo cade occorre tornare al voto”. E in caso di nuove elezioni i renziani non temono di non essere rieletti: “Figuriamoci. Se diciamo che bisogna andare al voto… Ricordo che noi siamo quelli che hanno vinto nei collegi uninominali. Per cosa dovremmo fare autocritica? Per non aver votato la fiducia a ministri come Toninelli e Di Maio? Dopo un anno di governo, il M5s ha perso 6 milioni di voti, mostrando tutte le proprie contraddizioni. E questo si deve alla nostra scelta di non allearci con loro. Sono orgogliosa che il Pd abbia rinunciato a qualche ministero, ma abbiamo tenuto la barra diritta sui nostri valori, molto diversi da quelli dei 5 Stelle”.
La Boschi è tornata anche a parlare anche della mozione di sfiducia che il Pd avrebbe dovuto presentare nei confronti di Salvini: “Non ha alcun rispetto per il Parlamento ma prima di tutto per i cittadini. Continuo a pensare che andrebbe chiamato in Aula presentando una mozione di sfiducia: così sarebbe stato costretto a venire alla Camera. E a parlare”.
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