Roman Abramovich bandito di fatto dalla Gran Bretagna. L’oligarca russo, amico di Vladimir Putin e proprietario della squadra di calcio del Chelsea, campione d’Europa, non potrà più risiedere a Londra. Anche se è dall’ottobre scorso che Abramovich non mette piede sull’isola, il suo caso viene ora trattato dall’Unità per i casi speciali del ministero dell’Interno britannico. L’invasione russa dell’Ucraina, insomma, rischia di costare caro non solo a lui, ma a tutti gli oligarchi russi in giro per il mondo.
Come appena accennato, le passate sanzioni a personalità russe avevano già colpito Abramovich che, dall’ottobre scorso, non torna a Londra perché privo di visto. Neanche il suo passaporto israeliano potrebbe ora essergli utile, vista la stretta compiuta dalle autorità britanniche dopo lo scoppio del conflitto ucraino. “Ogni tentativo sarebbe respinto”, fanno sapere dal ministero.
Già nel 2018 Abramovich venne sottoposto a restrizioni simili. In quel caso, nella città di Salisbury, si era verificato un attacco al gas nervino da parte di agenti del Cremlino contro l’ex spia russa Serghej Skripal. Adesso, però, la situazione è ancora peggiore rispetto a quattro anni fa e l’oligarca rischia seriamente di non poter più tornare alla guida del Chelsea.
Naturalmente Roman Abramovich non è l’unico magnate russo finito nel mirino delle autorità britanniche. Ammontano infatti a miliardi di euro i soldi investiti dai russi nella City di Londra e in tutto il paese. Basti pensare alla seconda più grande residenza della Gran Bretagna, dopo Buckingham Palace, di proprietà di Andrey Guryev. Altri nomi pesanti di oligarchi legati a Putin sono quelli dell’industriale Oleg Deripaska o del magnate dei metalli Alisher Usmanov. La stima delle proprietà degli oligarchi russi sull’isola è stimata in circa due miliardi di euro. Un intreccio di interessi e denaro, anche ad alto livello, che ora rischia di subire un colpo durissimo.
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