È giallo sul destino dei soldati ucraini accerchiati dai russi a Severodonetsk. Secondo il governatore ucraino dell’oblast di Lugansk, Sergiy Gaidai, i militari avrebbero ricevuto l’ordine di ritirarsi dalla città per continuare a combattere da posizioni più difendibili. Ma, secondo una fonte delle milizie separatiste filo russe, i militanti del battaglione Aidar asserragliati nello stabilimento Azot starebbero per arrendersi all’esercito di Vladimir Putin.
“I militanti del battaglione Aidar che si sono stabiliti sull’Azot, secondo le informazioni disponibili, hanno espresso la loro disponibilità a smettere di resistere e arrendersi. Le condizioni che hanno proposto sono un cessate il fuoco e un’uscita sicura dalla zona industriale per i civili, quindi sono presumibilmente pronti a deporre le armi e ad arrendersi”, riferisce all’agenzia russa Tass una fonte delle milizie separatiste filorusse del Lugansk.
Poco prima era stato il governatore in esilio della regione, Sergiy Gaidai, ad annunciare che “le forze armate ucraine dovranno ritirarsi da Severodonetsk. Hanno ricevuto l’ordine di farlo”. Una versione dei fatti che però contrasta con quanto rivelato dalla fonte appena citata, secondo la quale i soldati di Kiev sarebbero disposti proprio ad arrendersi e a consegnarsi ai russi. Anche se a condizione di mettere in sicurezza tutti i civili presenti nello stabilimento Azot della città del Donbass.
“Non ha senso rimanere lì, il numero dei morti aumenta. Si sposteranno in nuove postazioni fortificate. – spiega ancora Gaidai – La città è stata quasi ridotta in macerie dai bombardamenti. Tutte le infrastrutture cruciali sono state distrutte. Il 90% della città è danneggiato, l’80% delle case dovrà essere demolito”, conclude il governatore ucraino del Lugansk. Insomma, in ogni caso la città di Severodonetsk è considerata ormai perduta dalle forze armate di Kiev.
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