Ci sono ricorrenze che, con l’avvicinarsi del Natale, vanno rispettate. La tombola con i parenti, immancabile. Il cenone, gli addobbi, le luci colorate. E le bufale che, puntualissime, fanno capolino sui social man manco che il 25 dicembre si fa sempre più prossimo. Tra queste ce n’è una ormai rituale, che ha come protagonista l’ex presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e che ancora una volta è tornata a impazzare nell’etere italiano.
Periodicamente, infatti, la Boldrini è accusata di aver detto la frase “è un errore festeggiare il Natale nelle scuole”. Parole che in realtà non sono mai state pronunciate dalla funzionaria delle Nazioni Unite e che però continuano a far discutere, rilanciate di recente in rete da un sacerdote e ancora una volta rimbalzate da profilo a profilo. Non mancano, come sempre, dei politici che un po’ per ingenuità e un po’ per comodo condividono la notizia. Stavolta è stata addirittura una prima cittadina a rilanciare la fake news, nello specifico Anna Cisint, sindaca di Monfalcone, Comune del Friuli Venezia Giulia.
La prima cittadina, iscritta alla Lega di Matteo Salvini, ha infatti deciso proprio in questi giorni di intraprendere una particolare iniziativa, regalare un presepe a tutte le scuole della municipalità. Nell’annunciarlo, ha però preso di mira la Boldrini, eleggendola a sua antagonista a causa di quell’avversione ai festeggiamenti che, in realtà, è completamente falsa.
Cisint ha scritto sulle sue pagine social: “Noi, invece, regaliamo i presepi nelle scuole, come valore vissuto dalla comunità, come tradizione, come elemento di opportunità morale e spirituale del nostro sentire, non contro qualcuno. Il Cristianesimo non è solo una religione, ma anche la radice della nostra società laica e liberale”. La condivisione della bufala da parte di una prima cittadina non è passata inosservata a Boldrini, che ha subito replicato: “Vi presento Anna Cisint, un’amica di Salvini. Lei è la sindaca di Monfalcone e anziché lavorare passa il tempo a diffondere queste bufale su di me. Volevo chiedervi due cose: secondo voi dovrei querelarla? E poi, ma quanto deve essere triste per loro vivere nell’odio e nel rancore?”.
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