C’è una notizia che gira in queste ore in rete e che sta facendo indignare non poco gli utenti italiani, gli stessi che si sono trovati a seguire con apprensione la sorte dei bambini e degli insegnanti presenti a bordo dello scuolabus guidato da Ouesseynou Sy a San Donato Milanese. La vicenda è ormai nota: l’uomo, deciso ad agire come protesta per i migranti che ogni giorno muoiono in mare, ha bloccato il mezzo, costretto i docenti a legare i ragazzi con delle fascette e minacciare di dar fuoco al mezzo.
Tante le testate che in queste ore titolano scioccate, accusando la Turco di difendere a parole Ouesseynou Sy. Travisando (volutamente? il dubbio resta) le parole dell’ex ministro che, di fatto, ha condannato fermamente il gesto chiedendo però allo stesso tempo di non fermarsi a un giudizio netto, ma ragionare su come evitare che le tensioni sociali possano deflagrare in gesti così eclatanti e pericolosi. Un appello condivisibile, tutto sommato. Più facile, però, darsi a titoli allarmanti per farsi un po’ di sana pubblicità.
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