Sempre più punto di riferimento di una Forza Italia che ha iniziato un percorso faticoso, quello che la vedrà intenta a smarcarsi dal becero populismo del duo Meloni-Salvini, sempre più vicini, e ritagliarsi uno spazio come alternativa moderata nell’emisfero destro della politica italiana. Lontani da certi toni violenti, aggressivi, dalla cattiveria che è sempre più iscritta nel dna di Lega e Fratelli d’Italia. Lei, Mara Carfagna, continua a raccogliere consensi, da molti indicata come la leader del futuro.
E proprio mentre il duo neroverde scendeva in piazza, a pochi passi da Montecitorio, per inscenare una protesta contro il governo Conte 2.0 scandita da cori, striscioni e qualche immancabile saluto romano, faceva notizia l’assenza proprio di Forza Italia, che alla chiamata alle armi della Meloni ha risposto “no, grazie”. Una scelta condivisa dalla stessa Carfagna, che ha sottolineato la propria lontananza da certi mondi.
“Io capisco quella piazza, che ha espresso sconcerto per un governo che non rappresenta la maggioranza degli italiani. Ma non era la nostra piazza. La protesta non è mai stata nel dna di Forza Italia, fatta eccezione per la manifestazione contro la finanziaria del governo Prodi nel dicembre 2006 che metteva le mani nelle tasche dei cittadini. Detto questo, se avessimo mandato una delegazione in rappresentanza del partito, credo che non avremmo sbagliato”.
Intervistata da Repubblica, la Carfagna ha poi aggiunto: “questa crisi insegna che il sovranismo da solo va a sbattere. Inseguire il leader leghista sul suo terreno è stato patetico. Infatti abbiamo dimezzato i consensi. I nostri elettori oggi sono disorientati e delusi. Bisogna riconquistare la loro fiducia, non sarà facile. II sovranismo, non lo nego, è presente in una fetta dell’elettorato del centrodestra, ma certo non può essere egemone. Resto convinta che il sovranismo può andar bene se è difesa dei confini e orgoglio nazionale. Se diventa isolazionismo, allora è un danno per i cittadini e per le imprese”.
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