Una corsa contro il tempo che continua, quella per riuscire a evacuare il maggior numero di persone possibile dall’aeroporto di Kabul, scandita dalle drammatiche immagini che stanno invadendo l’Occidente. A ridosso di un G7 che deciderà le sorti di una larga fetta delle migliaia di persone ammassate allo scalo della capitale dell’Afghanistan, alla ricerca di una disperata fuga dal nuovo Emirato Islamico proclamato dai talebani. E scandito già da accuse e veleni.
Alcuni Paesi europei sono impegnati nel convincere il presidente Joe Biden e, successivamente, gli Studenti coranici a concedere più tempo per le evacuazioni rispetto all’ultimatum degli uomini guidati dal mullah Hibatullah Akhundzada, fissato per il 31 agosto. Scontrandosi però con le resistenze della Casa Bianca che punta a chiudere la pratica prima di settembre, anche per evitare probabili ritorsioni come la chiusura dell’aeroporto. Nel frattempo, ecco arrivare l’ennesimo, durissimo colpo contro l’amministrazione a stelle e strisce.
Il Washington Post ha infatti diffuso, poco prima del summit, uno scoop che ha subito scatenato media e analisti: “Si è tenuto un incontro segreto tra il direttore della Cia, William Burns, e il leader dei Taliban, il mullah Abdul Ghani Baradar”. Il vertice, ai più alti livelli dalla presa talebana di Kabul, avrebbe aperto così le porte a possibili colloqui tra le parti.
Un incontro che sarebbe andato in scena a pochi ore di distanza dall’apertura dei miliziani che, tramite il loro portavoce politico Suhail Shaheen, hanno auspicato una futura collaborazione con i paesi alleati affinché “possano partecipare alla ricostruzione dell’Afghanistan” dopo che “sono stati coinvolti nella sua distruzione”.
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