Una riforma contro la quale Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sono scagliati a più riprese, sia prima che dopo l’ultima tornata elettorale. E che però, sotto sotto, forse così male non è. A leggere l’ultima nota del Def, il documento di economia e finanza da poco approvato dal governo, c’è infatti un giudizio sulla contestatissima legge Fornero. Per la cronaca, affatto negativo. Anzi. Come si legge a pagina 61, infatti, quella manovra che andava a toccare le pensioni, datata 2011, non viene giudicata in maniera negativa nonostante le promesse dei due vicepremier di abolirla a tutti i costi, uno dei cavalli di battaglia di entrambe le anime del governo gialloverde. Una sorpresa non da poco, quindi.
Nel testo si legge che la riforma Fornero avrebbe “migliorato in modo significativo la sostenibilità del sistema pensionistico nel medio e lungo periodo, garantendo una maggiore equità tra le generazioni”. E lo ha fatto “elevando i requisiti di accesso per il pensionamento di vecchiaia e anticipato”, indicizzandoli “alla variazione della speranza di vita”. Il primo Def dell’esecutivo Conte, già trasmesso alle istituzioni europee, nasconde dunque un giudizio sul provvedimento assai più lusinghiero di quelli, ferocissimi, sbandierati nei mesi scorsi. Lo stesso passaggio dell’età pensionabile a 67 anni viene incensato all’interno del documento perché, si legge ancora, permette di risparmiare cifre non indifferenti.
Le stime contenute all’interno del testo parlano di un decennio (2060-70) dove l’Italia potrà rifiatare proprio grazie alla riforma voluta dall’ex ministro del Lavoro, completando il passaggio al contributivo e vedendo addirittura, previsioni alla mano, un aumento del tasso di fecondità. Niente male, verrebbe da pensare. La retromarcia, però, è stata fatta tacitamente, lontano dalle orecchie degli elettori. Ad alta voce, Salvini continua infatti a promettere “sulla Fornero nessuno ci fermerà”.
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