Ci sono due eserciti, uno dai vessilli verde leghista e l’altro, più tradizionale, bardato con i simboli del mondo cattolico. In guerra da mesi, gli ultimi, animati da una lunga sequenza di offensive e contrattacchi. E c’è un terzo schieramento, molto vicino alla Chiesa, che si prepara a giocare un ruolo chiave nell’imminente armistizio tra i contendenti. Era il 1968 quando, in mezzo a un mondo che alzava la voce e scendeva in strada, Andrea Riccardi approfittava del clima creato dal Concilio Vaticano II per dar vita alla Comunità di Sant’Egidio, movimento laico di ispirazione cattolica nato per difendere gli emarginati, i più deboli, e baciato da una crescente fortuna. Al punto da vantare, oggi, diramazioni in ogni angolo del mondo. Giocando un ruolo importante in tanti processi di pace, dalla fine degli strascichi della guerra civile in Mozambico alla mediazione tra forze laiche ed estremisti islamici in Algeria. E accumulando sempre più potere.
L’Espresso aveva definito già nel ’98 la Comunità come un “mondo impenetrabile. Nemmeno in Vaticano sanno bene che cosa fanno quando sono tra loro. Neanche il papa lo sa, nonostante sia loro amico”. Una realtà parallela che negli anni ’80 aveva però scalato le gerarchie cattoliche, intrecciando relazioni profonde con personalità di spicco della Chiesa. Stanislaw Dziwisz, ex segretario personale di Giovanni Paolo II. Roger Etchegaray, all’epoca ambasciatore del papa. Il cardinale Achille Silvestrini, curiale di prima grandezza. E poi una lunga lista di “nipoti, figli e parenti di” finiti al’interno dell’associazione. Un alfiere della pace nel mondo pieno, però, di zone d’ombre al suo interno. Nel 2013 aveva fatto così scalpore il caso di un insegnante romano che aveva alzato il sipario su Sant’Egidio, sostenendo che la moglie fosse stata traviata da quella realtà, di fatto una “monarchia assoluta” del fondatore Riccardi, e costretta ad annullare la propria vita privata, sacrificandola ai dettami della Comunità.
Politicamente, un’entità potentissima. Il Giornale ne aveva rimarcato il peso specifico nella nascita del governo Monti, definendola una “lobby di sinistra dei finti poveri” e sottolineando come fosse stato proprio Riccardi a fare da garante con le gerarchie vaticane sul ruolo e sull’azione del futuro premier, succeduto a Silvio Berlusconi nel ruolo di Presidente del Consiglio nel 2011. Negli ultimi mesi, la Comunità si era unita all’offensiva cattolica contro Salvini e la sua politica intransigente in materia di immigrazione, uno scontro che aveva visto scendere in campo un po’ tutte le forze cattoliche. Famiglia Cristiana aveva dedicato al ministro dell’Interno la celebre copertina “Vade retro Salvini”. A nome di Sant’Egidio aveva invece parlato il presidente Marco Impagliazzo spiegando attraverso le pagine di Avvenire: “Parlare come ha fatto Salvini di 30.000 persone che si ostinano a vivere nella illegalità, definendole sacca parassitaria, suona pregiudiziale verso una intera comunità, oltre che non corrispondente alla realtà”.
La tempesta prima dell’inizio di una tregua che, con la benedizione proprio della Comunità, vede ora la Chiesa pronta all’armistizio con “Satana” Salvini. La distensione è iniziata con la proposta dei corridoi umanitari fatta da Sant’Egidio e apprezzata dal numero uno della Lega, ponendo così le basi per un punto d’incontro sulla spinosa tematica dell’immigrazione. Un incontro che ha dato subito i suoi frutti: il ministro Moavero ha riconosciuto improvvisamente l’assenza di condizioni di sicurezza in Libia, aprendo così scenari inediti sul fronte dei rimpatri. Il Comandante Matteo, da Parigi, ha invece annunciato: “Sto lavorando con alcune comunità cattoliche e conto di accogliere a Fiumicino, già in questo mese di ottobre, persone che meritano di essere aiutate”. Tra gli strumenti cui fare ricorso ci sono proprio i “corridoi umanitari” aperti anche grazie all’iniziativa e ai fondi di Comunità di Sant’Egidio, che hanno portato finora sul suolo europeo circa 1.600 profughi da Siria e Corno d’Africa.
A cascata, ecco il resto del mondo cattolico tendere la mano al vicepremier, sondaggi alla mano l’uomo più forte del governo Conte. Non è un caso se papa Bergoglio, nel pieno delle polemiche contro il ministro della Lega Fontana per le sue posizioni antiabortiste, abbia parlato dell’interruzione di gravidanza paragonandola “all’affitto di un sicario per sopprimere una vita innocente”. E non è un caso se in vista delle elezioni europee il leader dell’Udc Lorenzo Cesa sia finito dentro +Italia, partito lanciato dall’ex ministro Andrea Ronchi per appoggiare Salvini alle urne. Il Diavolo e l’Acquasanta sono pronti a fare finalmente la pace. Con il consenso di Sant’Egidio.
Il Comandante Salvini fa cilecca un’altra volta, sui migranti solo chiacchiere e distintivo