Un tentativo andato a vuoto, quello di Giorgia Meloni di allontanare definitivamente da sé le ombre dei rapporti con gli estremisti di destra e con l’antisemitismo. La leader di Fratelli d’Italia, impegnata nella chiusura della campagna elettorale in vista del ballottaggio a Roma, si era recata nella Sinagoga della capitale per depositare una corona di fiori in ricordo del tragico rastrellamento del 16 ottobre 1943. Una visita che, però, la comunià ebraica ha ritenuto “quanto mai inopportuna”.
Non è sfuggita, infatti, la coincidenza tra la visita e l’appuntamento elettorale, che ha subito fatto scattare verso Meloni le accuse di opportunismo ed esibizionismo per puro tornaconto. Come rivelato dall’Huffington Post, è così stata la presidente Ruth Dureghello a chiamare direttamente la leader di Fratelli d’Italia, che in Parlamento rappresenta la Destra italiana, e a chiederle di rinviare a dopo elezioni la sua visita al Ghetto ebraico.
Il timore, d’altronde, era quello che Meloni potesse ricevere una forte contestazione. E d’altronde proprio nei giorni scorsi la stessa Dureghello aveva sottolineato, a proposito dei rapporti tra Fratelli d’Italia e il mondo dell’estrema destra, come “non può esserci spazio nei partiti dell’arco costituzionale per chi fa il saluto romano, inneggia a Hitler e insulta neri e ebrei”.
Tra i tanti casi esplosi di recente, anche quello di vecchie frasi del candidato sindaco di Roma Enrico Michetti, scelto da Giorgia Meloni, in cui diceva che “per gli ebrei c’è stata più pietà perché avevano le banche”. L’aspirante primo cittadino si è scusato con la Comunità ebraica, ma la figuraccia è rimasta ben impressa.
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