In Italia ha fatto molto discutere la decisione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, di rimuovere il maestro russo Sergei Gergiev dalla direzione dell’orchestra del teatro La Scala. Gergiev si è infatti rifiutato di prendere le distanze dalla decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina. Ora, però, a far discutere il mondo del teatro è la coraggiosa scelta compiuta dal collega Tugan Sokhiev, che annuncia le sue dimissioni dalla direzione del teatro Bolsoi di Mosca.
“Sono sempre stato contrario a qualsiasi conflitto e in qualsiasi forma, e sempre lo sarò. – dichiara Sokhiev per motivare la sua decisione – Dopo aver affrontato una scelta impossibile tra i miei musicisti preferiti russi e francesi, ho deciso di dimettermi da direttore del Teatro Bolshoi di Mosca e da direttore musicale dell’Orchestre National du Capitole de Tolosa”.
Scelta coraggiosa, quella compiuta da Sokhiev, perché l’ormai ex direttore del Bolsoi rischia molto nel contrapporsi alla politica di aggressione dell’Ucraina voluta da Putin. Al momento non risulta siano stati presi provvedimenti nei suoi confronti. Ma solo poche ore fa è entrata in vigore in Russia una legge che punisce con una pena fino a 15 anni di carcere chi propaga fake news sulla “operazione speciale” che l’esercito russo sta compiendo in Ucraina, che non può essere definita “guerra”.
Opposto invece il caso di Gergiev. Il direttore d’orchestra appena cacciato dalla Scala e da altri prestigiosi teatri del mondo, è noto per essere da tempo molto vicino alle posizioni politiche di Putin. Anzi, viene descritto a molti come un suo amico. La sua decisione di non condannare apertamente l’aggressione all’Ucraina fa comunque discutere. Alcuni ritengono infatti che le idee politiche non debbano in ogni caso influire sul mondo della cultura.
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