Oggi si affronta la difficile tematica del fine vita con crescente consapevolezza, senza più essere costretti a scelte obbligate in relazione alla gestione del corpo. Si assiste infatti al rilancio di un’usanza antica come la cremazione, diventata il simbolo di una ritrovata libertà di scelta. Proviamo a capire le origini e lo sviluppo di questa procedura nel corso dei secoli, fino alle attuali opzioni e connotazioni.
La cremazione nella storia
Il termine cremazione deriva dal latino cremare, che vuole dire bruciare e indica la pratica funeraria di ardere un cadavere. Questa usanza era presente già in epoca antica e si è diffusa presso gli antichi greci e romani. Nell’Iliade il rogo funebre rappresenta un momento irrinunciabile per assicurare all’eroe i giusti onori e ingraziarsi gli dei. La diffusione della cremazione univa convinzioni religiose a vantaggi pratici di tipo sanitario e logistico.
Nel corso dei secoli, in Italia, convinzioni religiose e culturali hanno ridimensionato l’importanza della cremazione, che ha cominciato a riaffermarsi nel corso dell’Ottocento, quando si sviluppò un vero e proprio movimento cremazionista. Pensatori, medici e politici si trovarono d’accordo nel promuovere la cremazione come metodo ideale sia sotto l’aspetto igienico che economico e vennero pubblicate approfondite analisi e appelli. Nel 1876 questa tendenza si espresse con la nascita della Società milanese di cremazione e nel 1888 venne approvata la “Legge sull’Igiene e Sanità pubblica del Regno” che definiva le regole da seguire per effettuare questa pratica, che continuò ad affermarsi nei decenni successivi.
Un passo importante per la sua ulteriore diffusione fu la decisione della Chiesa del 1963 di togliere il divieto canonico, liberando la cremazione da un pregiudizio ancora molto presente nella società.
Negli ultimi anni è diventata chiara l’inversione di tendenza in tutta Europa e in Italia, dove la cremazione è ormai scelta da più di 3 persone su 10 e il dato è in costante crescita.
Come decidere liberamente per la cremazione
Il desiderio sempre più sentito di essere cremati procede di pari passo con l’esigenza di lasciare espressa la propria volontà, sicuri che venga rispettata. A questo proposito svolge un ruolo essenziale il Registro Italiano Cremazioni, che ha come missione la raccolta della volontà. Per associarsi è sufficiente recarsi presso uno degli oltre 200 sportelli presenti in tutta Italia all’interno delle imprese funebri associate al Registro oppure attraverso l’iscrizione online collegandosi al sito www.registroitalianocremazioni.it.
Viene richiesto il pagamento di una quota simbolica di 10 euro all’anno, per un massimo 20 anni o finché si è in vita. In questo modo, si avrà la certezza del rispetto delle proprie volontà, anche per quanto riguarda l’affidamento o la dispersione delle ceneri, senza lasciare incombenze economiche o difficili decisioni ai familiari.
Una scelta attuale, che parla di libertà e autodeterminazione.