Tempi duri anche per il gioco d’azzardo. Dopo i periodi di crescita, il gettito di scommesse, Gratta&Vinci e assimilati, registra le prime lievi perdite: tra il 2016 e il 2017, come evidenzia l’elaborazione di Agipronews su dati Agenzia Dogane e Monopoli, lo Stato ha perso 154 milioni di entrate, pari a una flessione dell’1,47 per cento. Ma quanto frutta nelle casse dello Stato italiano il gioco d’azzardo? Il gioco pubblico contribuisce alle entrate dello Stato per oltre 10 miliardi l’anno.
A conti fatti lo scorso anno su ogni due euro giocati uno è rimasto nelle casse dello Stato sotto forma di tasse o prelievi di varia natura: nel 2017 su oltre 20miliardi spesi dagli italiani l’Erario ne ha incassati poco più di 10. Un prelievo pari al 50% sul mercato del gioco e sulle vincite (la tassa sulla fortuna del 6%) e che nel 2015 era addirittura del 53 per cento. Nei primi 9 mesi dell’anno, secondo l’ultimo bollettino delle entrate tributarie, il gioco in termini di maggior gettito è tornato a crescere del 4% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Un cuscinetto di salvezza per il governo, che utilizza sempre più il gioco d’azzardo come strumento per far quadrare i conti di manovre, decreti e provvedimenti d’urgenza: con il decreto sul lavoro del luglio scorso, che ha introdotto il divieto assoluto di pubblicità e un aumento del prelievo sulle new slot, è stato poi incrementato in Parlamento dalle commissioni per finanziare gli sgravi per le assunzioni degli under 35. Secondo il decreto si partiva dal 19,6% per le slot e dal 6,65% per le Vlt dal 1° maggio 2019, per arrivare al 19,68% e al 6,68% nel 2020, al 19,75% e al 6,75% nel 2021.
Per poi tornare al 19,6% e al 6,6% nel 2023. Ora per far quadrare i conti della legge di bilancio il governo gioca nuovamente sull’aumento delle tasse sul gioco legale. Nel mirino finiscono ancora le new slot e le videolottery. Dagli apparecchi da intrattenimento l’Erario conta di incassare maggiori entrate per 239 milioni di euro. Per le slot l’incremento del Preu nella misura dello 0,50% delle somme giocate darà un maggior gettito stimato pari a 120,1 milioni di euro. Per le videolottery l’aumento del Preu pari allo 0,50% delle somme giocate darà un maggior gettito pari a 119 milioni di euro per il 2019. Per gli anni successivi si stima un maggior gettito pari a 117,5 milioni di euro. Nonostante la frenata dell’Erario, il confronto tra 2016 e 2017 fa emergere una maggiore spesa nei giochi legali del 5,17% registrata lo scorso anno. In attesa dei dati ufficiali, dunque, la spesa ossia la differenza tra la raccolta (vicina ai 100 miliardi) e la restituzione in vincite ai giocatori è stata 20,567 miliardi contro i 19,55 miliardi di due anni fa. Di questi 20 miliardi di spesa quasi il 38% finisce nelle new slot (7,7 miliardi) cui si devono aggiungere altri 2,8 miliardi spesi nelle videolottery e che portano la percentuale di spesa degli italiani sugli apparecchi da intrattenimento oltre quota 51 per cento.
Piacciono poi i gratta&vinci in crescita di uno 0,3% tra il 2016 e il 2017 con una spesa di 2,4 miliardi. Calano lotto e Superenalotto rispettivamente del 21 e del 15% mentre crescono sempre in termini di spesa le scommesse con 1,346 miliardi (+43,34%).Gli italiani che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno sono ben 18 milioni: secondo alcuni degli ultimi dati emersi dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo in Italia, realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità, il 3% (1,5 milioni) sono i giocatori dipendenti, che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco e a controllare la spesa, mentre la maggior parte (oltre 13 milioni di persone) gioca in modo sociale. Restano solo 2 milioni di giocatori presentano un profilo a basso rischio.
Si gioca soprattutto alle lotterie istantanee (gratta&vinci) o in tempo reale (26,2%), al Lotto o lotterie a esito differito (12,8%), ai giochi numerici a totalizzatore (10,9%), alle slot machine (7,4%). Il 4% dei giocatori pratica scommesse sportive e altri giochi a base sportiva, mentre le videolottery sono le scelte preferite dal 2,6% dei giocatori. Si gioca soprattutto dal tabaccaio (82,6%), al bar (61,8%) nelle ricevitorie (26,9%), nelle sale scommesse (12,5%) e nelle sale bingo (8,2%).
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