Un social prodigio, per il quale il padre e padrone di Facebook Mark Zuckerberg era pronto a versare un assegno da 10 miliardi. Cifra di fronte alla quale Evan Spiegel, fondatore di Snapchat, ebbe però il coraggio di dire no. E d’altronde, numeri alla mano, la sua creatura sembrava lanciata verso un successo inarrestabile, con tassi di crescita a doppia cifra, gli utenti che si moltiplicavano, decine di investitori privati pronti a scommettere. Da allora sono passati cinque anni e le cose sono cambiate parecchio.
Snapchat si è quota in borsa ma qualcosa, nel frattempo, è andato storto. La crescita si è arrestata, alcune mosse decise dai vertici aziendali sono risultate perdenti, qualche manager di spessore ha deciso di abbandonare la nave (l’ultimo è stato lo chief financial officer, Tim Stone). Zuckerberg, che ha risparmiato quei famosi 10 miliardi, li ha investiti per copiare in modo quasi clamoroso i servizi di Snapchat, spiega Il Sole 24 Ore, proponendoli sulle sue piattaforme. In particolare su Instagram dove vanno a gonfie vele le IG Stories. Per Snapchat, è iniziato un incubo.
Snapchat ha esordito in borsa il 2 marzo del 2017. Una giornata storica per il titolo “Snap”: collocato a 17 dollari, è partito di scatto attorno a 25 dollari. E ha poi tagliato il traguardo finale della prima giornata al New York Stock Exchange senza fare una piega e senza mai guardarsi indietro, con un guadagno che ha sfiorato il 50% (per chiudere a +44%) e una capitalizzazione di mercato da oltre 33 miliardi includendo tutte le categorie di azioni e opzioni sottostanti.
Poco meno di due anni dopo, le azioni sono crollate a una cifra vicina ai 6 euro. E anche la capitalizzazione di mercato non arriva a 8 miliardi. Nelle ultime ore, complice l’addio di Stone, il titolo ha perso il 10%, dimostrando tutta la fragilità di Snapchat in questo particolare momento storico. Il prezzo non essere riuscito a difenddere le proprie innovazioni dalle mire di social più affermati. Una situazione dalla quale è difficile capire se Snapchat riuscirà mai a riemergere.
Com’erano i Social e le Home Page del passato?