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La cultura del disprezzo? Il Maxxi si rivolta contro l’inaugurazione volgare dell’Estate

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L’inaugurazione dell’Estate al Maxxi, il museo del XXI Secolo guidato da Alessandro Giuli, ha suscitato indignazione e polemiche. La serata d’apertura, presieduta dal neo presidente e intellettuale di destra Alessandro Giuli, ha presentato un dialogo fra il cantautore Morgan e il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi. La conversazione, tuttavia, si è rapidamente trasformata in un discorso pieno di parolacce e volgarità, culminando in aneddoti pesanti sulle donne, che sono state descritte come meri strumenti di piacere.
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Il discorso ha causato tanta agitazione che la videoregistrazione dell’evento è stata tagliata, apparentemente perché il contenuto era diventato troppo osceno.

La protesta ha coinvolto principalmente il personale del Maxxi, in gran parte femminile. I dipendenti hanno discusso la questione tra di loro e hanno quindi preso la decisione senza precedenti di scrivere una lettera di protesta al presidente della Fondazione. La lettera era segnata come “riservata personale”, un gesto inteso a interrompere quello che vedevano come un deterioramento del rispetto e della dignità del museo, uno dei più importanti luoghi di creatività contemporanea in Europa.

La lettera, firmata da 43 dipendenti, esprimeva il loro dispiacere per il contenuto degli interventi di Sgarbi, che affermavano non rispecchiava i valori che hanno sempre contraddistinto il loro lavoro all’interno dell’istituzione.

Giuli, evidentemente preoccupato, ha risposto invitando ciascuno dei firmatari a un colloquio personale. A seguito di questi colloqui, ha chiesto ai dipendenti di ritirare la loro lettera, o almeno la loro adesione individuale, creando un’atmosfera di tensione.

La serata ha incluso anche una serie di provocazioni che andavano dallo scherno all’esplicita volgarità. Sgarbi ha iniziato con una discussione sulla sua vita sessuale, mentre Morgan lo ha spinto a parlare del numero delle sue conquiste femminili.

Il momento culminante della serata è avvenuto quando Sgarbi ha lanciato un elogio dell’organo genitale maschile, tra gli applausi del pubblico. Ma la registrazione dell’evento si interrompe bruscamente poco dopo, lasciando intendere che forse la discussione era andata troppo oltre.

L’episodio ha suscitato indignazione tra i dipendenti del Maxxi. Per loro, se questo è il tipo di egemonia culturale che la destra vuole imporre all’Italia, non c’è molto da essere felici. Con l’eco delle parole volgari ancora nell’aria, resta da vedere come la Fondazione Maxxi gestirà le proteste e le polemiche che ne sono seguite.

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