In questi giorni l’Unione europea sta discutendo in maniera serrata sulla possibilità di rinunciare al gas e al petrolio provenienti dalla Russia. I vertici Ue non vogliono continuare a finanziare di fatto la guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina con quel miliardo di euro circa che ogni giorno entra nelle casse di Mosca. Per questo in Italia, dopo la richiesta del segretario del Pd Enrico Letta, anche il presidente del Consiglio Mario Draghi apre alla possibilità di non acquistare più gas russo. E riassume il suo pensiero con una domanda rivolta agli italiani che sta facendo molto discutere.
“Faremo tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie e imprese all’interno della cornice europea. La disponibilità del governo c’è ed è totale”, promette Draghi in conferenza stampa. “Se l’Ue ci propone l’embargo sul gas, siamo contenti di seguire. – spiega ancora il premier – Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace”.
“Ecco, questo è quello che vogliamo. – arriva subito al punto – Vogliamo che, di fronte a queste due cose, cosa preferiamo (sic)? La pace oppure star tranquilli col termosifone acceso, anzi ormai l’aria condizionata accesa tutta l’estate? Io la metterei in questi termini. E lei cosa si risponde su questo? Preferisce la pace o il condizionatore d’aria acceso?”, si rivolge polemico ad un giornalista.
“Se dovessero cessare le forniture oggi, fino a fine ottobre siamo coperti, le conseguenze non le vedremmo fino all’autunno”, prova poi a rassicurare. Draghi aggiunge che, per quanto riguarda le eventuali sanzioni contro la Russia sull’importazione di gas, “ci sarà una proposta che uscirà fra pochi giorni”, visto che ci sono al momento alcune divergenze tra la linea di Italia, Germania e Olanda. “Se decide l’embargo del gas e se l’Unione europea è uniforme su questo, noi siamo contenti di seguirla”, conferma”. Ad ogni modo, secondo il premier italiano “non possiamo solo aspettare”, conclude.
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