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La famiglia Berlusconi sfratta le olgettine e blocca gli assegni mensili

Mentre arriva l’iscrizione agli illustri del Famedio per Silvio Berlusconi, la famiglia ferma i bonifici agli Olgettine e chiede la restituzione delle case che abitavano gratuitamente. Una società immobiliare riconducibile agli eredi dell’ex premier ha inviato ad alcune ragazze un tempo ospiti delle cene di Arcore una lettera. Si annuncia “l’estinzione in conseguenza del decesso” del contratto di comodato d’uso gratuito dei loro appartamenti. Dovranno restituirli entro il 31 dicembre. Mentre per venti di loro è stato azzerato l’assegno da 2.500 euro mensili. Che secondo Berlusconi doveva servire a risarcirle dei danni d’immagini subiti a causa delle indagini nei processi del filone Ruby Rubacuori. E quindi, fa sapere oggi il Corriere della Sera, dopo 11 anni la famiglia ha detto basta.
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Berlusconi e il “risarcimento” alle olgettine

Era stato proprio Berlusconi a raccontare nel 2013 in una delle udienze di aver assegnato 2.500 euro al mese a ciascuna delle ospiti di Villa San Martino per le cene e i dopocena del “Bunga Bunga”. Durante il processo Ruby Ter i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio avevano calcolato che dal marzo 2012 Berlusconi aveva versato 10 milioni e 846 mila euro alle Olgettine. Tra queste c’era Karima El Mahrough, che aveva incassato circa la metà della cifra. In più, molte erano state ospiti in appartamenti di via Olgettina a Segrate. Alcune avevano ricevuto case in proprietà o in usufrutto. All’epoca gli avvocati fecero notare a Berlusconi che i versamenti potevano essere interpretati come un modo per comprare le testimonianze delle ospiti. Nel dicembre 2013 il Cavaliere scrisse una lettera per spiegarlo e versò una buonuscita di 25 mila euro.

Berlusconi e le “cene eleganti” ad Arcore

La maggior parte di loro però tornò a pressare lui e il ragionier Giuseppe Spinelli per avere ancora gli emolumenti. E così i versamenti ripresero insieme all’assegnazione di immobili. Nella requisitoria del processo Ruby ter, chiedendo la condanna del Cavaliere e delle donne per corruzione, il pm Gaglio disse che a tutte era stato “assicurato un reddito e un tetto, che per alcune è diventato un alloggio di proprietà” affinché “mentissero” su ciò che era accaduto nelle “cene eleganti” di Arcore. Dopo la sentenza di primo grado la procura ha deciso di ricorrere in Cassazione nei confronti dell’ordinanza del tribunale che ha portato alle assoluzioni. Ora la famiglia ha bloccato tutti i versamenti. E ha anche già sfrattato alcune di loro. Tra queste c’è Barbara Guerra. Lei e Alessandra Sorcinelli anni fa andarono a vivere «in comodato d’uso» e senza nemmeno «pagare le utenze» in due ville realizzate dall’archistar Mario Botta a Bernareggio, comprate dal leader di FI «per circa 800mila euro l’una, per un totale di 1,6 milioni».

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