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Un divario chiamato flat tax: ecco come si scaverà un solco tra autonomi e dipendenti

Il solco tra lavoratori autonomi e dipendenti crescerà nel corso del 2019. Così come quello tra i titolari di partita Iva tassati con l’Irpef e quelli che beneficeranno della cosiddetta flat tax prevista dalla legge di Bilancio. Questa l’analisi fatta da Il Sole 24 Ore: un professionista con compensi annui di circa 64mila euro pagherà 10.200 euro di imposte in meno rispetto a un lavoratore dipendente con un reddito analogo e due figli a carico. Una differenza di 850 euro al mese. E il risparmio è netto anche in rapporto a un titolare di partita Iva in tassazione ordinaria: 5.300 euro in meno, cioè 440 euro al mese (si veda il grafico).

I vantaggi cambieranno in base alle condizioni soggettive, ma il forfettario è quasi sempre più conveniente del prelievo standard con l’Irpef e le sue addizionali. I punti di forza del regime agevolato sono due: l’applicazione di un’aliquota più bassa anche di quella prevista sul primo scaglione Irpef (15% contro 23) e l’abbattimento forfettario dei ricavi o compensi. Gli unici casi in cui la tassazione ordinaria può risultare meno onerosa sono quelli in cui il peso dell’Irpef – pur avendo aliquote nominali più elevate – viene fortemente alleggerito da “voci di costo”.Nel caso dei dipendenti, che non possono scomputare in via analitica le “spese di produzione” come i costi di viaggio, si tratta essenzialmente di deduzioni e detrazioni. A parte casi limite, però, è quasi impossibile che i bonus arrivino a pareggiare l’aliquota del 15% flat. E questo vale anche per i redditi più bassi, in cui è maggiore il valore della detrazione sul lavoro dipendente. Nel caso degli autonomi e degli imprenditori, la possibilità di arrivare a un tax rate inferiore di quello previsto dal forfettario dipende dalle spese legate alla propria attività (che sono deducibili in via analitica al di fuori del forfait).Si spiega anche così il fatto che nei primi nove mesi di quest’anno abbiano scelto il regime forfettario quattro nuove partite Iva su dieci (il 39,7%, cioè 160.851 contribuenti). Al di là delle aperture di nuove attività, è stato rilevato che per gli autonomi la convenienza è così alta da generare un incentivo distorto a restare entro i 65mila euro di ricavi, soglia che nel 2019 permetterà di beneficiare del forfait (evitando tra l’altro di applicare l’Iva ed emettere la fattura elettronica).

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