Matteo Salvini si è innamorato, di colpo, di Mario Draghi. Al punto da rinnegare un passato che lo ha visto spesso e volentieri critico nei confronti dell’Ue, di cui l’ex presidente della Bce è un totem indiscusso, per saltare al volo sul carro del governo nascente, del quale la Lega ha già gridato ad alta voce di voler far parte. E arrivando, udite udite, a fare un passo indietro anche sulla questione migranti, vecchio cavallo di battaglia del Carroccio.
Il leader della Lega, nel corso di un punto stampa a Milano, ha infatti commentato così la recente autorizzazione allo sbarco di 422 persone salvate in mare dalla nave Ocean Viking: “Sul tema immigrazione noi proporremo l’adozione della legislazione europea. A noi va bene che l’immigrazione in Italia sia trattata com’è trattata in Francia e in Germania. Con le stesse regole”. Aggiungendo poi: “Bisogna coinvolgere l’Europa in quello che non è un problema solo italiano”.
Un passaggio non banale. Quando si parla di “legislazione europea” in tema di migranti, si fa infatti riferimento principalmente a
l regolamento di Dublino, finora sempre avversato dallo stesso Salvini perché impone agli Stati di primo ingresso di farsi carico dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Un modello che penalizza l’Italia e la abbandona al suo destino, costretta a far fronte da sola agli sbarchi, secondo la Lega di ieri. Un punto di riferimento importante dal quale partire per intavolare futuri, altri confronto sul tema per la Lega di oggi.Il leader della Lega ha annunciato anche che nelle prossime ore, nel corso del secondo giro di consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi, porterà la proposta di adottare il modello lombardo sulla sanità: “C’è un modello che è il più avanzato dal punto di vista della messa in sicurezza della popolazione e dei vaccini. Proporremo a Draghi il modello Bertolaso”. Parole, queste, che hanno scatenato subito la reazione del Pd. Il vice capogruppo alla Camera Michele Bordo ha twittato: “Altro che governo per gestire e superare le emergenze. Così le emergenze rischiamo di aggravarle”.
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