La Corte di Cassazione francese ha definitivamente respinto la richiesta di estradizione di dieci terroristi italiani, che avevano trovato rifugio nel paese transalpino. La richiesta di estradizione era stata avanzata dal governo italiano e appoggiata da quello francese.
La vicenda risale agli anni di piombo, periodo in cui l’Italia era sconvolta da una serie di atti di terrorismo. Tra gli anni ’70 e ’80, infatti, gruppi armati come le Brigate Rosse e le Nuove Brigate Rosse commisero diversi atti di violenza e omicidi, causando la morte di molte persone.
Nel corso degli anni, molti membri di questi gruppi furono arrestati e condannati, ma alcuni di loro riuscirono a fuggire e a rifugiarsi all’estero, tra cui in Francia.
Nel 2020, il governo italiano aveva chiesto l’estradizione di dieci terroristi che si trovavano in Francia, ma la richiesta era stata respinta dal tribunale di Parigi. Il governo italiano aveva poi presentato un ricorso alla Corte di Cassazione francese, ma anche quest’ultima ha confermato il rifiuto dell’estradizione.
“Qual è la mia reazione…? sono dei disgraziati, perché non c’è giustizia così!. E’ tuttavia una decisione che ci aspettavamo dalla Francia”. Così Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio ucciso nel 1997 in Veneto ad opera dei Proletari Armati di Cesare Battisti, commenta il rifiuto della Cassazione francese all’estradizione dei 10 ex Br degli anni di piombo. “Ci dicano allora, i giudici, quali sono i colpevoli? Ci sono dei morti sulla coscienza di queste persone”, conclude Sabbadin.