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M5S, Di Maio a Conte: “Non possiamo stare al governo e attaccarlo un giorno sì e uno no”

Aria di fronda nel M5S. Ad agitare le acque ci pensa Luigi Di Maio. Parlando con i giornalisti appena uscito dalla Camera, il ministro degli Esteri lancia una frecciata al suo leader Giuseppe Conte, anche se non lo nomina direttamente. Secondo Di Maio il Movimento non può stare al governo e criticarlo quasi ogni giorno, soprattutto sul tema dell’invio di armi all’Ucraina.

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte

“Il M5S, collocandosi dal lato dell’Ucraina senza se e senza ma, ha subito detto che quel Paese andava sostenuto. – aveva detto Conte qualche giorno fa – Adesso credo che l’Ucraina sia stata sostenuta a sufficienza, anche in termini di aiuti militari. L’Italia quello che doveva fare l’ha fatto. Ci sono altri Paesi, come Usa e Gran Bretagna, che stanno continuando a rifornirla di armi. Noi, come Italia, dobbiamo concentrarci sulla capacità di dialogare. Dobbiamo essere la punta più avanzata della comunità internazionale per cercare di arrivare alla pace con la forza del dialogo politico”.

Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, commenta i risultati delle elezioni amministrative nella sede del Movimento 5 Stelle, Roma, 13 giugno 2022. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

“Non possiamo stare nel governo e poi, un giorno sì e un giorno no, attaccare il governo”, lo punge oggi Di Maio parlando con i giornalisti nei pressi della Camera. Secondo il ministro degli Esteri, nel M5S “serve meno autoreferenzialità e un grande sforzo di democrazia interna. Non veniamo da una storia che si è distinta per democrazia interna, ma nel nuovo corso devono esserci più inclusività e dibattito interno. È normale che l’elettorato sia disorientato, ma alle elezioni amministrative non siamo andati mai così male. Non si può risolvere l’analisi del voto facendo risalire i problemi all’elezione del presidente della Repubblica”. Insomma, per Di Maio “basta dare colpe”, bisogna invece assumersi le proprie “responsabilità”.

“Stiamo gestendo una guerra in Ucraina provocata dalla Russia che richiede il massimo sforzo diplomatico. – spiega poi il titolare della Farnesina – Io non credo che sia opportuno assumere decisioni che di fatto disallineano l’Italia dall’alleanza Nato e dell’alleanza europea. Non è opportuno mettere nella risoluzione che impegna il presidente del Consiglio ad andare in Consiglio Ue della frasi o dei contenuti che ci disallineano di fatto dalle nostre alleanze storiche. Perché l’Italia non è un paese neutrale, è un Paese che è dentro alleanze storiche da tanto tempo grazie ai nostri padri fondatori”, conclude.

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