È scontro a distanza tra Enrico Mentana e Massimo Giletti. Il direttore del tg di La7 non nomina mai il nome del suo ‘rivale’. Mentre Giletti, invece, lo fa eccome. La miccia che scatena la polemica la accende Mentana con un post pubblicato su Facebook in cui dichiara di essere onorato di non aver mai ospitato un no vax nel suo tg. Il direttore critica invece le trasmissioni che invitano personaggi a suo dire impresentabili. Intervistato da La Stampa, Giletti si sente chiamato in causa e risponde per le rime.
“Mi onoro di non aver mai ospitato nel tg che dirigo nessun esponente dei no vax. – scrive Mentana su Facebook – A chi mi dice che così impongo una dittatura informativa, o una censura alle opinioni scomode, rispondo che adotto la stessa linea rispetto ai negazionisti dell’Olocausto, ai cospirazionisti dell’11 settembre, ai terrapiattisti, a chi non crede allo sbarco sulla luna e a chiunque sostiene posizioni controfattuali. Come sono quelle di chi associa i vaccini al 5G o alla sostituzione etnica, al Grande Reset, a Soros e Gates o scempiaggini varie. Per me mettere a confronto uno scienziato e uno stregone, sul Covid come su qualsiasi altra materia che riguardi la salute collettiva, non è informazione”, conclude il giornalista che poi ribadisce gli stessi concetti in tv.
Secondo Giletti, invece, la sua trasmissione Non è l’Arena “è una agorà che deve creare dibattito, aperta anche a chi non la pensa come me. Non credo che Mentana sia un fascista. Eppure quando CasaPound lo ha invitato, lui ci è andato. Io, invece, no, sebbene da inviato avrei potuto farlo”, attacca il conduttore facendo riferimento a un episodio accaduto nel 2017, quando Mentana partecipò a un evento nella sede del movimento di estrema destra.
“Io contrasto questo metodo. – prosegue poi Giletti riferito a Mentana – Sono un anarchico di questo mestiere e porto nel mio programma ogni forma di contraddizione. Non censuro, faccio domande scomode per smascherare le fake. Ognuno a casa si farà la propria idea. Posso non essere d’accordo con Montagnier, Freccero e Cacciari, ma hanno il diritto alla parola e non solo perché sono intellettuali. Sono contrario a portare in tv solo il pensiero mainstream. Bisogna ascoltare tutte le voci. È importante che una trasmissione dia spazio anche a chi la pensa diversamente da me, ma come 8 milioni di persone no vax e no green Pass. Criminalizzare è sempre un errore”, conclude.
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