Ancora non si placano le polemiche intorno al caso Sea Watch, con il capitano della nave Carola Rackete che ha lasciato Lampedusa a bordo di una motovedetta della guardia di finanza, scortata da una decina di uomini delle Fiamme Gialle. Sarà interrogata dal gip di Agrigento che dovrà decidere sulla convalida del suo arresto. Intanto, però, continuano gli attacchi al nostro Paese proveniente da oltre i confini per la gestione dell’episodio.
Dalla Germania fanno sapere che non hanno intenzione di interferire sulla giustizia italiana, ma chiedono che la donna sia liberata. Il portavoce del governo tedesco, ha che il governo di Berlino “è contro la criminalizzazione dei soccorritori in mare. Le accuse vanno verificate. Seguiamo la situazione molto attentamente” ha spiegato, aggiungendo che “attualmente il governo tedesco si sta adoperando per una soluzione europea”.
L’appello per la liberazione di Carola arriva dal ministro degli Esteri di Berlino: “Dal nostro punto di vista, secondo un procedimento basata sullo Stato di diritto, può esservi solo la liberazione di Carola Rackete. Lo dirò chiaramente all’Italia”, ha affermato Heiko Maas, sottolineando inoltre “il mercanteggiamento a livello europeo sulla distribuzione dei rifugiati è indegno e deve finire”.
I volontari di Sea Watch fanno sapere che Carola: “Chiede in continuazione che fine hanno fatto i 40 migranti che ha portato a terra. Si informa del suo equipaggio ancora a bordo: ‘Lots of love, stay strong, don’t worry’, dice. Ognuno usa le parole che ha dentro”. Il padre della comandante ha detto di sperare in un intervento del governo tedesco per risolvere la vicenda: sui social tedeschi, l’hashtag #freeCarola sta diventando sempre più virale, con gli utenti che si uniscono agli appelli per la liberazione della donna e invitano i politici italiani ad ascoltarli.
La Lega in passerella alla kermesse neofascista di Lealtà e Azione