Una Gran Bretagna più divisa che mai. Con le elezioni che hanno aggravato il problema della Brexit, mostrando la spaccatura ancora esistente tra chi vuole uscire dall’Unione Europea anche senza un accordo e chi invece vuole restare. La polarizzazione della politica si è accentuata e gli elettori hanno abbandonato a milioni i due maggiori partiti per votare per chi, sui due fronti opposti, aveva un messaggio chiaro sull’Europa.
I conservatori sono crollati al 9% e manderanno solo 3 deputati al Parlamento europeo, contro i 18 delle ultime elezioni europee, mentre i laburisti hanno il 14% e 10 deputati, otto in meno del 2014. Il panorama politico britannico è irriconoscibile rispetto alle elezioni del 2017, quando Tories e Labour avevano dominato, raccogliendo insieme l’80% dei voti. Il Brexit Party è stato il grande vincitore delle elezioni europee, conquistando il 31,6% dei voti e 28 europarlamentari. Nigel Farage, che lo ha fondato solo sei settimane fa apposta per conquistare il voto di protesta, ha migliorato la performance del 2014.Farage, che aveva lasciato Ukip e si era ritirato dalla politica, ha detto di essere stato costretto a tornare in lizza perché gli elettori erano stati traditi dai grandi partiti e tre anni dopo il voto a favore di Leave, la Gran Bretagna resta parte della Ue. Dopo le elezioni, ha iniziato a reclamare a gran voce un ruolo sia sul palcoscenico europeo che nazionale. Ha detto di voler partecipare ai negoziati con Bruxelles se verranno riaperti e di voler sfidare i Tories alle prossime elezioni politiche. Eppure, considerarlo come l’unico, vero vincitore della tornata elettorale sarebbe un grave errore e non renderebbe giustizia al risultato complessivo.Una svolta così radicale ignorerebbe infatti la maggioranza degli elettori. L’altro grande vincitore delle elezioni è stato infatti il partito Liberaldemocratico, da sempre filo-europeo, che ha conquistato il 20,3% dei voti passando da 1 a 16 eurodeputati. Hanno votato LibDem i laburisti e conservatori contrari alle posizioni su Brexit del loro partito, optando per il loro chiaro messaggio a favore di un secondo referendum con l’obiettivo di ribaltare l’esito del voto del 2016.
Altri partiti schierati sulla stessa linea hanno avuto un notevole successo – i Verdi sono saliti al 12,1% e hanno 7 deputati, gli indipendentisti scozzesi hanno conquistato il 38% dei voti in Scozia, il 3,6% a livello nazionale, e 3 eurodeputati, gli indipendentisti gallesi di Plaid Cymru hanno superato per la prima volta nella storia il partito laburista, piazzandosi secondi dietro il Brexit Party, e manderanno un deputato a Strasburgo.
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