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Sanremo, Amedeus e il nodo “violenza sulle donne”. Cacciare Junior Cally sì o no?

Una polemica infinita, quella intorno a Sanremo. Un’edizione tra le più tormentate, quella del 2020, prima ancora di prendere ufficialmente il via. Ultima in ordine cronologico, la questione Junior Cally: il cantante è finito sul banco degli imputati non tanto per la canzone in gara, dove pure lancia frecciatine bipartisan a Renzi e Salvini, quanto piuttosto per un precedente brano in cui affrontava il tema del femminicidio in un testo giudicato violento e sessista, tanto da far scattare subito il mondo della politica per chiedere l’allontanamento dell’artista dalla kermesse.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente Rai Marcello Foa, entrando a gamba tesa ed esprimendo “forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata. Il Festival, tanto più in occasione del suo 70 esimo anniversario, deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico. Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani”. Poi la richiesta ad Amadeus di “riportare il Festival nella sua giusta dimensione”. Il testo incriminato è quello di “Strega Lyrics” del 2017, che contiene strofe finite sotto la lente d’ingrandimento come: “Si chiama Gioia perché fa la tr..a. Questa non sa cosa dice, porca tr..a quanto c…o chiacchiera. L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”. Contro la partecipazione di Junior Cally a Sanremo è arrivata anche una lettera alla Commissione Vigilanza firmata da 29 deputate capeggiate da Laura Boldrini, alla quali si sono poi unite le esponenti di Lega, M5S, Forza Italia e Udc. Da par suo, il cantante ha provato a respingere la polemica spiegando: “Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”. Junior Cally ha poi chiesto scusa non tanto per il testo quanto per gli errori del passato, tra i quali l’arresto per furto di cui parla in un brano: “Non rinnego niente di me, ma non vado certo fiero dei miei sbagli”.

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