Alessandro Di Battista è nuovamente ospite di Giovanni Floris nello studio di Dimartedì. Durante l’ultima puntata del talk show di La7, l’ex esponente del M5S non risparmia critiche pesanti alla premier in pectore Giorgia Meloni, accusata di voler seguire le orme del suo predecessore Mario Draghi nella questione ucraina. Poi lancia una grave accusa alla quale il conduttore è costretto a replicare con durezza.
“Per me oggi non esiste al mondo, probabilmente neppure negli ultimi 50 anni, una questione più pericolosa e che a me spaventa di più della guerra in Ucraina. – illustra la sua posizione Di Battista – Io sono terrorizzato anche dai sabotaggi dei gasdotti nel Baltico. Sono terrorizzato dal referendum (nelle regioni occupate dai russi ndr) perché è potenzialmente esplosivo. Sono terrorizzato dall’escalation”.
“Ecco, per quel che concerne la Meloni, io perché parlavo di establishment e di comportamento draghiano? – si chiede polemicamente Alessandro Di Battista – Perché rispetto a questa che per me è la questione centrale, e non è stata centrale durante la campagna elettorale, e lo è ancor meno oggi che i politici parlano di percentuali e di flussi di voti, tizio è stato eletto e caio è stato trombato, rispetto alla questione ucraina prendete le frasi che dice Draghi e prendete le frasi che dice la Meloni, sono speculari, sono identiche: più armi, sanzioni, stiamo con il blocco occidentale”, punta il dito l’ex pentastellato.
“Io non sono mai stato contro il blocco occidentale. – affonda ancora il colpo Dibba – Sono per una soluzione negoziale, ancor di più oggi se è vero che Putin è più debole di prima. In questo senso credo che vi sia un’enorme differenza tra cambiare il Paese e arrivare al potere. Spesso arrivare al potere non dico che sia facile. Però se si leccano deretani illustri, e non mi riferisco alla Meloni in questo senso, se si strizza l’occhio a determinati poteri forti…”. Ma a quel punto Floris lo interrompe. “Vabbè a chi scusi? O è la Meloni o di chi sta parlando?”, incalza così il suo ospite. “In generale in questo Paese non puoi più fare il presidente della Repubblica se non ti dichiari atlantista e europeista. In questo Paese o obbedisci a tutto quello che ti dice la Nato oppure non puoi fare una determinata carriera politica”, chiarisce per concludere Di Battista.
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