Una storia infinita, quella che si è consumata tra le fila della Lega con la rottura, a Ferrara, tra la consigliera comunale Anna Ferraresi e il vicesindaco Nicola Lodi. Con tanto di denuncia per diffamazione a mezzo stampa da parte dell’ex esponente del Carroccio e interrogazione rivolta in merito al primo cittadino. I fatti risalgono in realtà alle scorse settimane, quando la Ferraresi era stata accusata di aver corso per sé in campagna elettorale anteponendo i propri interessi a quelli del partito e di non essersi battuta per gli interessi dei cittadini di Pontelagoscuro, dove risiede.
La Ferraresi aveva così denunciato di aver ricevuto frasi denigratorie al suo indirizzo sui social, con tanto di post che vedevano la sua immagine sbandierata ai quattro venti. Lodi sarà ora chiamato a rispondere durante il prossimo Consiglio comunale di Ferrara fissato per il 2 marzo 2020, l’ennesimo capitolo di una vicenda che imbarazza non poco il partito di Salvini. La Ferraresi, nel frattempo passata al Gruppo Misto, denuncia a suo danno “offese e derisioni” e sostenendo di essere stata vittima di bullismo, con i sostenitori di Lodi a scagliarsi contro di lei sui social.
La vicenda aveva occupato le pagine dei giornali nelle scorse settimane perché le dinamiche che si erano create intorno alla spinosa situazione avevano assunto connotati inquietanti. La trasmissione di La7 Piazza Pulita aveva infatti riportato degli audio in cui ad Anna Ferraresi, ormai in evidente rottura con il partito, veniva offerto “un lavoro a tempo indeterminato per il Comune a 1.400 euro al mese con tanto di quattordicesima” in cambio delle sue dimissioni dal ruolo di consigliera comunale.
A fare la proposta, rifiutata dalla consigliera, era stato il vicecapogruppo leghista Stefano Solaroli, che aveva pensato così di gettare acqua su un fuoco pericoloso, quello che vedeva la Ferrarsi impegnata da tempo a denunciare gli errori della stessa giunta leghista, mostrando post che immortalavano la situazione di incuria di alcune zone della città e finendo per scontrarsi continuamente con altri esponenti del partito.
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