L’intelligenza artificiale non sarà solo in grado di far parte delle nostre vite quotidiane nell’intimo della vita familiare, bensì investirà nei settori pubblici come quello della sanità. Entro pochi anni sarà infatti in grado di sviluppare algoritmi con la cosiddetta chirurgia assistita.
Da dove partire? In primo luogo da servizi centrali come quelli verso l’assistenza al paziente, dal miglioramento delle cure grazie ad un monitoraggio ininterrotto, passando per la riduzione dei dosaggi e delle diagnosi, che diventeranno sempre più precoci e a basso costo, scongiurando sprechi, arrivando fino al monitoraggio dei flussi di lavoro.
Le cifre dell’intelligenza artificiale applicata alla sanità girano intorno ai 40 miliardi di dollari solo per la robotica che assiste la chirurgia, con un valore stimato da qui ai prossimi 10 anni.
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Le sperimentazioni nel mondo
Il mondo della sanità continua a sperimentare ed investire nell’intelligenza artificiale: costi minori ed efficienza garantita sono in grado di sbaragliare tutto ciò che è tradizionale.
Perfino il rapporto tra medico e paziente cambia con l’arrivo delle infermiere virtuali. L’azienda americana Sensely ha sperimentato Molly, una assistente personale specializzata nella terapia di pazienti che soffrono di malattie croniche.
L’azienda americana non è l’unica che investe nel settore delle A.I.: la startup Butterly Network ha creato un sistema di ultrasuoni capace di connettersi con lo smartphone e mostrare l’imaging di numerosi esami medici.
La Winterlight Labs canadese sta invece investendo nella ricerca di un sistema che sia in grado di diagnosticare preventivamente malattie come l’alzheimer, dando quindi la possibilità di intervenire anni prima della manifestazione dei sintomi. In Israele, la Mazor Robotics utilizza immagini 3D nella chirurgia spinale, mostrando al medico chirurgo la situazione del paziente nei minimi dettagli anche prima dell’incontro di persona. Ha già sperimentato con successo il Robot Renaissance, presente anche in Italia, al Cto di Torino.
Tutte queste sperimentazioni non sono solo importanti perché aiutano la scienza, i pazienti e l’intera comunità, portando il genere umano verso un progresso tecnologico all’avanguardia. L’A.I. è fondamentale anche perché abbatte drasticamente i costi di assistenza e migliora il completamento delle terapie.
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Le sperimentazione made in Italy
L’Italia non resta certo a guardare. La ricerca e la sperimentazione fanno parte anche delle nostre università, come quella di Bari, che grazie al progetto di Marianna La Rocca, cerca di anticipare di 10 anni la diagnosi di alzheimer per intervenire precocemente e migliorare la qualità di vita del paziente affetto dalla malattia neurodegenerativa.
Anche a Siena, nel cuore della Toscana, la Life Sciences di Pharma Integration sperimenta l’applicazione di robot industriali nella produzione dei farmaci. Risultato?
Abbassamento dei costi e maggiore flessibilità. Un trionfo anche per il Made in Italy.