Una vecchia storia che risale a qualche mese fa e che però è tornata di stretta attualità in queste ore di fibrillazione nel governo gialloverde, a testimonianza di come certe suggestioni siano ben lungi dal tramontare. Basta fare un giro sui social e concentrarsi sui gruppi vicini al mondo della Lega e della destra in generale per leggere messaggi come “Crocifissi obbligatori nelle scuole, nelle università, nelle aule di giustizia, negli aeroporti, nelle stazioni. E anche nei porti”. E ancora: “Pena prevista dai 500 ai 1000 euro per chi sgarra. E l’obbligo di esporre la croce cristiana in luogo elevato e ben visibile”. Il tutto accompagnato dalla più classica delle domande (“E tu che ne pensi?”) e seguito da commenti, ovviamente, entusiasti e concordi.
Se pensate si tratti della semplice provocazione di un gruppetto di internauti sappiate, però, che siete parecchio fuoristrada. Il testo al quale fanno riferimento gli utenti della galassia virtuale leghista è infatti quello di una proposta di legge presentata alla Camera prima dell’estate e che vede come prima firmataria Barbara Saltamartini, seguita da Massimiliano Fedriga, Giuseppina Castiello, Paolo Grimoldi e Guido Guidesi. Si tratta delle “Disposizioni concernenti l’esposizione del Crocifisso nelle scuole e negli uffici delle pubbliche amministrazioni” che prevedono anche: “chiunque rimuove in odio ad esso l’emblema della Croce o del Crocifisso dal pubblico ufficio nel quale sia esposto o lo vilipende” va “punito con l’ammenda da 500 a 1.000 euro” .
Quattro pagine in totale per proporre l’esposizione del crocifisso ovunque, dalle aule delle scuole agli uffici passando per i seggi elettorali, gli ospedali, le stazioni, i porti e gli aeroporti, le sedi diplomatiche. Quasi un’ossessione. Nelle motivazioni si legge: “Cancellare i simboli della nostra identità, collante indiscusso di una comunità significa svuotare di significato i princìpi su cui si fonda la nostra società”. Una proposta che conferma l’esistenza di un’estrema destra cattolica intenzionata a sancire la religione cattolica per legge, o quasi.
E d’altronde in Emilia Romagna un consigliere di Fratelli d’Italia aveva a sua volta proposto il crocifisso negli edifici della Regione (anche qui, multa per chi sgarra) mentre a Padova il sindaco leghista suggeriva nel 2014 “un bel crocifisso obbligatorio regalato dal Comune”. Il dibattito social si è puntualmente rinfiammato di fronte alla comparsa di post che rievocano la proposta, della quale nel frattempo non si era più parlato nella maggioranza. I toni, al solito, tra il serio e il faceto, appassionati e divertiti. Per un utente che si dice convinto della “necessità di ribadire la nostra fede in momenti così incerti” ecco allora un altro chiedersi, tastiera alla mano, “quando si torna alla caccia alle streghe?”.
Il crocifisso a ogni costo: la proposta della Lega che divide gli italiani, la verità dietro il testo della discordia