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La Lega grida al complotto: “Fanno disegnare Sardine ai bambini dell’asilo”

La Lega ha un nuovo nemico, le Sardine. Quel movimento che porta in piazza persone di ogni età e fede politica per ribadire un no, forte, al mondo della politica urlata, degli slogan violenti, delle accuse e delle tensioni. Iniziative alle quali è difficile trovare risposte, considerando la facilità con cui si diffondono in ogni strato della società. E così qualcuno, dalle parti del Carroccio, è finito ossessionato dalla minaccia ittica. Una consigliera comunale leghista di Genova, Lorella Fontana, ha così denunciato: “Nell’asilo di via della Maddalena è stato fatto un laboratorio politico: hanno fatto disegnare ai bambini le sardine”.

Sulla vicenda la consigliera, insieme alla collega Marta Brusoni di Genova Vinche, ha presentato un’interrogazione per fare luce su quello che, senza troppi giri di parole, ha definito “un indottrinamento politico”. “All’asilo di Vico Rosa si fa indottrinamento invece di crescere i bambini secondo attività di carattere pedagogico lontane da ideologie politiche: hanno impegnato bambini a disegnare sardine, per una manifestazione politica, un comportamento inaccettabile”.La denuncia delle due ha trovato anche ampio seguito su alcune testate, come l’edizione ligure de Il Giornale dove Diego Pistocchi aveva già denunciato la “scuola di pensiero unico”. O Libero, sulle cui pagine Gianluca Veneziani parla di un caso “paragonabile ai tanti tentativi di far filtrare l’ideologia gender negli asili attraverso favole apparentemente edificanti”. “È come se l’infanzia fosse oggetto di una strategia di rieducazione di massa, di un cavviamento al Pensiero Unico, di un corso accelerato per diventare buonisti del futuro”.Eppure, secondo gli insegnanti dell’asilo, sarebbero stati i “genitori a chiedere di fare un laboratorio, con la richiesta di creare insieme ai bambini le Sardine come un atto di accoglienza, non discriminazione e difesa delle differenze”. Tra le mamme che su WhatsApp hanno lanciato e poi discusso l’idea, raccontato, anche una che si è definita “pro Salvini” e che pure si è mostrata tutt’altro che contraria all’idea che il figlio si lanciasse in quel mondo di pesci colorati armato di pastelli e fantasia. Senza sospettare, evidentemente, che alle spalle ci fosse un’orribile macchinazione.

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