Un uomo nuovo al fronte, incaricato di gestire i rapporti con Bruxelles. Salvini ha investito l’eurodeputato Marco Zanni come responsabile degli Esteri, una nomina che prelude a un giro di alleanze legato innanzitutto al ruolo di Orban: se il premier ungherese uscirà dal Ppe, è forte la tentazione di fare asse con lui, che si porta dietro anche i sovranisti polacchi e austriaci. Lasciando così passare in secondo piano altri rapporti, come quello con la francese Le Pen.
Sul fronte interno, invece, Salvini ha smentito per ora le voci avanzate da Roberto Maroni, che aveva parlato di un nuovo nome per il partito così da superare definitivamente il legame con il nord del Paese. Secondo La Stampa, però, il momento potrebbe essere soltanto rimandato: “
Dovremo comunque affrontare la questione – ha detto Salvini ai suoi – Questo movimento non è più locale, è nazionale”. Insomma, via quel che resta di nordista, nella speranza che i giudici non accollino alla nuova Lega i 49 milioni da rimborsare.
La scelta dei candidati per Bruxelles e per le amministrative è fatta “al 99%”, salvo un incontro in data imprecisata ma comunque prossimo con Berlusconi. Salvini ha ribadito la voglia di tenere duro sulla Tav, allargando poi il discorso alle “trecento opere pubbliche da finire”, tipo la Asti-Cuneo “ferma dal 2012”, per le quali ha annunciato un decreto “sblocca cantieri” e “sblocca appalti” al prossimo Consiglio dei ministri.
Un evento dove non sono mancate le frecciatine ai Cinque Stelle. Giorgetti ha avanzato un bel “
Non siamo noi che creiamo problemi, noi li risolviamo”, Salvini ha parlato delle Olimpiadi 2026 così: “Se il governo li ha trovati per il tennis a Torino li può trovare anche per Milano e Cortina. Le Olimpiadi valgono un miliardo anche senza analisi costi-benefici”. Ogni riferimento, ovviamente, non è stato casuale.
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