Il centrodestra sembra avere fatto la sua scelta definitiva. Puntare tutto su un candidato di area, lasciando Mario Draghi a Palazzo Chigi. La prima rosa di tre nomi proposta alle altre forze politiche è stata subito rispedita al mittente, soprattutto dal Pd di Enrico Letta. I nomi di Marcello Pera, Letizi Moratti e Carlo Nordio non sono considerati accettabili. La carta nascosta di Salvini, Meloni e Berlusconi potrebbe però essere il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Strada sbarrata invece per Mario Draghi che è meglio rimanga a fare il premier. Lo conferma anche il capogruppo leghista a Montecitorio, Riccardo Molinari.
“Rispetto ai giorni scorsi c’è un passo avanti importante. Noi abbiamo presentato la rosa e da parte del centrosinistra non c’è stata una chiusura pregiudiziale. C’è una questione tattica. È ovvio che non possono dire subito che magari qualche nome gli va bene”, dichiara Molinari a La Stampa. “Ora ci si può mettere intorno ad un tavolo e discutere”, visto che il nome di Silvio Berlusconi è stato tolto dal tavolo della trattativa, così come richiesto.
Secondo Molinari è però difficile che si possa “arrivare in fretta ad una soluzione”. La sua previsione è che “si inizierà a ragionare dalla quarta votazione. Sappiamo che il centrodestra parte da un vantaggio e la possibilità di far passare un nostro candidato c’è”. Il leghista si dice fiducioso che il centrosinistra alla fine deciderà di trattare su uno dei nomi proposti.
Il fedelissimo di Matteo Salvini nega comunque che sia in corso una doppia trattativa su presidenza della Repubblica e formazione di un nuovo governo. “Il fatto che Salvini e Draghi si parlino quasi tutti i giorni nulla ha a che vedere con le trattative per il Quirinale. L’obiettivo è rafforzare un governo nel quale vogliamo rimanere. Tanto che Salvini ha fatto un’offerta: è pronto ad entrare nell’esecutivo per dargli più peso”. Su Draghi, invece, Molinari non crede “che uno come lui si metta a lavorare per una sua eventuale candidatura. Lui deve restare a Palazzo Chigi perché è difficile pensare che qualcun altro possa tenere insieme questa maggioranza. Non mettiamo veti su di lui, ma è fondamentale dove sta. Mi rifiuto di pensare che un uomo del livello di Draghi possa per ripicca abbandonare Palazzo Chigi e aprire una crisi di governo lasciando il Paese nel caos”, conclude Molinari.
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