Quello della Lega per ora è uno strappetto, ma potrebbe trasformarsi presto in un terremoto politico. Dopo la figuraccia rimediata durante l’elezione del presidente della Repubblica, che ha riportato a sorpresa al Quirinale Sergio Mattarella, Matteo Salvini prova a riprendersi la scena. Lo fa ordinando ai ministri del Carroccio di non votare il provvedimento che introduce la Dad a scuola solo per i bambini non vaccinati. Il premier Mario Draghi per il momento si limita a prendere atto della decisione, ma decide di tirare dritto. Il Pd, invece, pretende che la Lega chiarisca se è dentro o fuori dalla maggioranza.
Il primo vero strappo tra la Lega di Salvini e il premier Draghi si consuma nel pomeriggio di mercoledì 2 febbraio. Draghi riunisce il Consiglio dei ministri per approvare alcuni provvedimenti tra cui, appunto, la riforma della Didattica a distanza per favorire i ragazzi già vaccinati. Ma anche l’estensione a tempo indefinito del green pass e la non validità dei divieti per i vaccinati anche in zona rossa. Dei tre ministri leghisti, Giancarlo Giorgetti non partecipa nemmeno alla riunione, mentre Erica Stefani e Massimo Garavaglia decidono di astenersi.
Mario Draghi, come appena accennato, resta impassibile e va avanti come se nulla fosse. Almeno per il momento. “Prendo atto della scelta della Lega. Ringrazio il ministro Garavaglia perché conosco le difficoltà del partito su questi temi. Ma sono misure necessarie per tornare alla normalità e le prenderemo lo stesso”, taglia corto il premier.
Non altrettanto fa il Partito democratico che denuncia un “atto preoccupante” da parte di Salvini. “Serve un chiarimento definitivo, Salvini dica se è dentro o fuori dal governo”, è questa la linea che il partito dovrebbe seguire nei prossimi giorni, in accordo con il segretario Enrico Letta. Il sospetto, comunque, è che il leader del Carroccio si stia preparando la strada per finire all’opposizione, spaccando magari anche Forza Italia.
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