Ha vinto Conte, Salvini ha ceduto: una quindicina di migranti appena sbarcati a Malta, bambini con i genitori al seguito, arriveranno in Italia la prossima settimana, finendo girati alla Chiesa valdese che ha acconsentito a farsene carico senza oneri per lo Stato. In cambio del passo indietro, il leader del Carroccio ha ottenuto dal premier la promessa di un incontro urgente con il commissario Ue Avramopoulos per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto il nostro Paese aspetta di far accogliere dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno ancora dato seguito agli impegni.
La tensione tra i due fronti del governo ha superato i livelli di guardia. Lega e Cinque Stelle si sono ritrovati impegnati in lunghi chiarimenti, mentre la tenuta dell’esecutivo viene ora apertamente messa in discussione soprattutto dal Carroccio, dove la parola crisi non è più un tabù e dove, al netto dell’ottimismo di facciata sbandierato di fronte ai giornalisti, non viene scartata nessuna ipotesi, nemmeno quella di un voto anticipato o di un rimpasto.
Tra gli scenari che si rincorrono, alcuni più altri meno realistici, c’è anche chi avanza l’idea di passare all’offensiva a breve, per la precisione subito dopo le elezioni in Abruzzo, con un immediato cambio di governo. Fra i leghisti si fanno addirittura i numeri di un’operazione che vedrebbe la rottura clamorosa dell’alleanza.
“La quota 100 ce la approviamo il giorno dopo, e senza il reddito possiamo anche fare il taglio delle tasse. Bastano 55 responsabili alla Camera e 17 al Senato” sostengono i leghisti più duri. Forti di sondaggi che continuano a dipingere il Carroccio come il primo partito d’Italia, nonostante una recente flessione. Soltanto provocazioni, forse. In un clima gialloverde, però, sempre più avvelenato.
Salvini cede, i migranti arrivano in Italia: ma con i Cinque Stelle ormai la rottura è totale