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La lezione di Frajese: “Sono come la droga”. Il VIDEO che non ti aspetti: cosa ha detto il prof

Facebook, Instagram, TikTok, Snapchat, Twitter, Youtube: chi più ne ha più ne metta. Sono i social, l’ultima grande rivoluzione dell’uomo. Apparentemente ormai indispensabili per tutto, fonte di vera dipendenza per molti, soprattutto tra i giovani. Eppure, come recita un articolo del Corriere della Sera, “da Bill Gates a Zuckerberg: perché i big del digitale vietano il cellulare ai figli“. Loro che hanno inventato questo mondo, chissà perché, lo vietano ai propri figli. Già questo dovrebbe farci fare alcune domande. La dipendenza da social network sarebbe causata da un neurotrasmettitore, la dopamina. Questa stimolata da molti meccanismi dei social porta a una soddisfazione, a un piacere perlopiù temporaneo. Di questo si è parlato a “Un Giorno Speciale“, su RadioRadio, con il professor Giovanni Frajese, il quale ha fatto una bella lezione sull’argomento.

“Gates e Zuckerberg che impediscono ai figli l’uso del cellulare – spiega Frajese – sono consapevoli dei meccanismi biologici, oltre a quelli di controllo. Questi stanno dietro a questi social. È stato pubblicato in letteratura, per esempio, che al guardare i like che vengono rilasciati c’è una piccola quantità di dopamina che il cervello produce, quasi fosse una piccola assunzione di una microdose di cocaina. Questo altera la struttura cerebrale nel tempo e c’è il bisogno, ovviamente, che questo stimolo venga in qualche maniera ripetuto. Allo stesso tempo l’entrare in contatto con queste migliaia di input tutto il tempo porta le persone alla famosa costante attenzione parziale e tutto ciò che ne deriva. Quindi è ovvio che li tengano lontani”.

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