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La Meloni attacca Conte: “Metodi da regime”. Ma è la stessa che difendeva Orbán?

Maggioranza e opposizione sono sul piede di guerra. Non fosse stato chiaro dopo il “no” del centrodestra al decreto Cura Italia del governo, a ribadirlo ci ha pensato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che durante il suo intervento a reti unificate per annunciare la proroga delle misure restrittive ha attaccato duramente Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Un affondo seguito a tante ore di accuse ricevute: la Lega aveva chiesto le dimissioni di Gualtieri sostenendo che il governo avesse tradito l’Italia nel confronto con l’Europa, la leader dei Fratelli d’Italia aveva parlato di un “cappio al collo da parte dell’Ue”.

E così Conte ha deciso di replicare, mettendo a nudo le debolezze delle posizioni del duo sovranista. Spiegando che il tanto discusso Mes è strumento che esiste già e non è stato certo creato dai giallorossi, che nessuno ha firmato per attivarlo e che la discussione a Bruxelles è ancora in atto, senza che siano state compiute scelte definitive. “Questo governo non lavora col favore delle tenebre, le menzogne indeboliscono l’Italia intera”. Parole dure, forti. Che inchiodano Salvini e la Meloni alle loro responsabilità, o meglio alle loro irresponsabilità. Le risposte dei due, confuse e contraddittorie, sono la conferma delle differenze che intercorrono tra chi fa politica e chi cerca invece semplicemente di “buttarla in caciara”.Giorgia Meloni ha rispolverato un suo vecchio cavallo di battaglia, il tentativo di dipingere Conte come un dittatore: “Il Presidente della Repubblica Mattarella non ha nulla da dire su questi metodi degni di un regime totalitario?” ha chiesto la leader di Fratelli d’Italia, lamentando di essere stata attaccata davanti agli occhi del Paese senza possibilità di replica. Lei che, ricordiamo, è molto legata alla figura del premier ungherese Viktor Orbán, ospitato all’ultima edizione della festa FdI Atreju. Lui, che ha chiesto al Parlamento del suo Paese pieni poteri, facendo gridare il mondo alla svolta autoritaria, è figura gradita. Conte no, veste i panni del tiranno se replica alle accuse false che da ore piovevano sulla sua testa.

Ancora meglio ha fatto Matteo Salvini. Che in un post-sfogo su Facebook ha chiesto a Conte di spiegare agli italiani “Perché i 5 Stelle vogliono bloccare la Tav”, “Perché Leu vuole tassare la casa?”, “Cosa ha in mente il governo per aiutare chi è in difficoltà con le bollette?”. Un minestrone di argomenti buttati là alla rinfusa, senza nemmeno un ordine di importanza, tanto per fare fumo dietro il quale nascondere la debolezza della propria linea. Perché la realtà è semplice: Salvini e la Meloni hanno attaccato Conte sul Mes raccontando bugie. E ora che tutti lo sanno, sarà più difficile inventarne di nuove.

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