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Quirinale, la minaccia del Pd: “Conseguenze sul governo se si rompe unità nazionale”

Si è concluso il vertice tra i tre leader di Pd, M5S e Leu, rispettivamente Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Le tre forze politiche di centrosinistra annunciano di stare lavorando insieme per cercare di individuare la figura più adatta a ricoprire il ruolo di presidente della Repubblica. Dichiarazioni di facciata che però nascondono pesanti tensioni sulla scelta del nuovo inquilino del Quirinale. Oltre a cercare l’unità con gli alleati, il Pd teme infatti l’atteggiamento del centrodestra. In caso di mancata “unità nazionale” sul nome del novo presidente, minaccia il vicesegretario Dem Giuseppe Provenzano, ci potrebbero essere delle “conseguenze sul governo e sulla legislatura”.

Quirinale, la minaccia del Pd

Alla fine del vertice del centrosinistra, i tre leader decidono di pubblicare lo stesso identico tweet. “Ottimo incontro con Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Lavoreremo insieme per dare al paese una o un presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto, nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità”, cinguetta Enrico Letta, subito imitato dai suoi alleati.

Unità di intenti dunque nel centrosinistra sulla scelta del nome del candidato presidente. Al momento nomi non se ne fanno. A parte quello del premier Mario Draghi, che resta sempre il preferito dalle parti del Nazareno. In piedi anche l’ipotesi Mattarella bis che, oltre al Pd, non dispiacerebbe neanche al M5S. Ma, come avverte il segretario Dem Enrico Letta, “il tempo stringe, ma questo è il momento di indossare l’elmetto”.

Le sue intenzioni vengono esplicitate dal vicesegretario del partito Provenzano, secondo il quale “la scelta deliberata di rompere l’unità nazionale avrà delle conseguenze sul governo e sulla legislatura. Si può immaginare che la maggioranza si ricomponga il giorno dopo nell’esecutivo? Evidentemente no. Salvini deve decidere se comportarsi da leader che si è assunto con noi la responsabilità istituzionale di partecipare a un governo di unità nazionale, oppure comportarsi da genero”, conclude.

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