Dmitri Medvedev non è certo nuovo ad uscite provocatorie contro l’Unione europea e i suoi alleati americani da quando è scoppiata la guerra n Ucraina. Stavolta però, nel suo nuovo messaggio pubblicato su Telegram, l’ex presidente russo punta il dito contro l’intera classe politica europea attuale. E, in particolar modo, si esibisce in un ardito paragone tra l’ex premier italiano Silvio Berlusconi e quello attuale Mario Draghi.
Secondo Medvedev il livello dei politici occidentali è “caduto in basso e l’ho visto con i miei occhi negli ultimi 20 anni”. In Europa, spiega, “non c’è nemmeno traccia di personaggi politici del livello di Helmut Kohl, Jacques Chirac o Margaret Thatcher. E, senza offesa per nessuno, ma è chiaro a tutti che Mario Draghi non è Silvio Berlusconi, e Olaf Scholz non è Angela Merkel”. Pr l’ex presidente russo i leader politici del passato, “che non sono mai stati russofobi”, sarebbero stati sostituiti da una nuova generazione di “persone deboli che convenzionalmente si definiscono tecnocrati”.
“Alcuni di loro sono specialisti abbastanza qualificati, ma niente di più. E qui sta il problema! – si sfoga Medvedev – Queste persone sono in grado di formulare correttamente un’idea, dare istruzioni precise agli assistenti. Ma non sono in grado di assumersi la responsabilità. Cercano di nascondersi, sviare, parlare delle congiunture, addirittura dei cambiamenti climatici ma non prendono una decisione. Oppure la prendono con un ritardo catastrofico. E questo già è un guaio totale. Un vero politico non ha paura di prendere decisioni. Sì, può sbagliare e persino perdere. Ma sarà una sconfitta dignitosa”.
L’opinione di Medvedev è che un politico deve anche “prendere una decisione impopolare ed assumersene la responsabilità. L’attuale presidente dell’Ucraina si presenterebbe a un incontro con il presidente Chirac con una maglietta verde? Ovviamente no. Assurdo. Il problema della degenerazione della politica europea è principalmente dovuto al fatto che è diventata una pallida voce di supporto per i solisti americani. Charles de Gaulle poteva opporsi a qualsiasi presidente americano”, mentre adesso i leader europei “non pensano al futuro, ma sono limitati solo dalle loro prospettive elettorali”, conclude.
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