Indottrinamento gender: un’espressione non nuova per chi segue con attenzione l’attualità, e già in passato al centro di iniziative che avevano fatto discutere non poco come la messa al bando da parte del sindaco di Venezia Brugnaro di alcuni libri e gli allarmi lanciati in Lombardia, dove erano stati addirittura istituiti dei call center dedicati a denunciare proprio i casi “di gender”.
Un allarme a quanto pare attualissimo, però, considerando che da quel di Spinea, provincia di Venezia, il vicepresidente del consiglio comunale Marco Boldini della Lega ha presentato una mozione per chiedere la “rimozione dai cataloghi della biblioteca comunale dei libri ‘gender’ nel reparto dedicato ai più piccoli”. Tutta colpa della globalizzazione che, secondo l’esponente del partito di Salvini, trasforma gli uomini “in merci, apolidi, senza identità, senza casa, senza famiglia, affetti e religione, ma solamente dei consumatori in preda ad: edonismo, godimento e anticlericalismo”.
L’inizio di questa inarrestabile degenerazione? Secondo Boldini va ricercato nel ’68, quando le sinistre iniziarono il loro attacco alla famiglia, “che non a caso è diventata il nemico numero 1 dell’ideologia progressista volta ad annullare le differenze tra i sessi, a rendere inutile il ruolo di padri e madri, trasformandoli in genitore 1 e genitore 2”.
Insomma, in una società che “sta
fortemente spingendo per trasformare in normalità avere due genitori omosessuali”, che vuole “l’utero in affitto” e via e via, Boldini chiede la rimozione dagli scaffali di libri potenzialmente pericolosi per i bambini. Tra questi “L’importante è che siamo amici” di Jessica Walton, che “propone la normalizzazione del cambio di genere nei bambini”.
Nello specifico, a cambiare sesso è l’orsacchiotto di un bambino, in una storia che di base avrebbe l’intento dichiarato di far accettare le differenze ma a che a quanto pare, agli occhi della Lega, è inadatto ai più piccoli. Alla fine si è trovato un compromesso per evitare il pericoloso incidente diplomatico: il libro resta, ma spostato nello scaffale dei testi per ragazzi più grandi. Meno esposti, evidentemente, ai traumi derivanti dalla storia di un orsacchiotto.
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