Non è la prima volta che Nicola Gratteri critica il governo Draghi sul tema della riforma della Giustizia. Il procuratore di Catanzaro già qualche giorno fa aveva puntato il dito contro l’esecutivo guidato dall’ex banchiere che, a suo giudizio, non starebbe facendo abbastanza contro le mafie. Ospite dell’ultima puntata di Dimartedì, Gratteri rincara la dose accusando il governo di aver fatto “riforme che non servono a nulla”.
“Sicuramente, alla fine di questa guerra, nel mercato nero ci saranno tante armi e sicuramente ci sarà un problema per la sicurezza in Europa. – mette in guardia Nicola Gratteri parlando delle armi inviate in Ucraina – Le armi che circoleranno sono molto più pericolose e fino a 10 volte più potenti di quelle del periodo post-guerra in Jugoslavia, quando la ‘ndrangheta andava in quei territori e comprava bazooka e kalashnikov a 750 euro. Non c’è tracciabilità di queste armi che vengono consegnate agli ucraini e questo è un problema che il mondo occidentale si deve porre non dopo la guerra, ma adesso. E forse è già tardi”.
“Le mafie, da Roma in su e in particolare in Lombardia, sono in attesa che gli Enti Locali comincino a fare appalti e a far circolare questo denaro. E quindi sono pronte a impossessarsi di questi soldi. – avverte Gratteri – Se ho paura di morire? Io parlo con la morte, ci ragiono, cerco di razionalizzarla. Mi dico che nella vita ho avuto grandi soddisfazioni. Sono partito da un paesino di 2mila abitanti, Gerace. Non smetterò mai di ringraziare i miei genitori semi-analfabeti”.
“Perché se l’è presa proprio col governo Draghi?”, gli domanda a un certo punto Floris. “Io non me la sono presa. – precisa allora Gratteri – Se lei va su internet trova decine e decine di mie dichiarazioni dove io parlo male o bene di chiunque a seconda di quello che vedo. Questo governo ha fatto delle riforme che non servono a nulla per velocizzare i processi, o per dare risposte alla gente che ha fame e sete di giustizia”, conclude il magistrato calabrese.
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