Peter Becks è il Founder di una startup molto particolare. Sicuramente high tech, ma molto più futuristica di quanto immaginate.
Si tratta di una nuova azienda aerospaziale, che ha creato un satellite tutto particolare, lanciato in orbita dalla Nuova Zelanda.
La startup si chiama Rocket Lab, il satellite Humanity Star. Peter Becks ha avuto l’idea di farlo volare nello spazio ma il perché resta ancora sconosciuto.
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Caratteristiche
Conosciutissime sono invece le particolarità di questo oggetto: un enorme sfera, costituita da 76 pannelli riflettenti. A prima vista sembra proprio una di quelle palle da discoteca che tanto andavano di moda negli anni ’80. Il materiale di cui è composta è fibra di carbonio, ed è stata progettata in questo modo per riflettere la luce del Sole direttamente sul nostro pianeta Terra ed essere così visibile ad occhio nudo.
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Il lancio
Lanciato lo scorso gennaio, Humanity Star è stato in grado di eseguire uno schema ellittico della durata di 90 minuti attorno al nostro pianeta. La velocità? Ha superato di 27 volte quella del suono.
Secondo il Rocket Lab, doveva essere “un simbolo luminoso e un promemoria per tutti su Terra sul nostro fragile posto nell’universo “.
É rientrato il 22 marzo 2018, sgretolandosi completamente nell’attraversamento dell’atmosfera terrestre.
Le reazioni non sono state tutte positive, gli astronomi in particolare hanno mostrato dubbi a riguardo spiegando che gli oggetti riflettenti in orbita possono interferire con le osservazioni astronomiche. Altri l’hanno addirittura additato come un atto di vandalismo del cielo notturno, come una specie di graffiti spaziali, altri ancora l’hanno definita “spazzatura spaziale luccicante”.
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Le parole del founder Beck
Ma Peter Beck ha creduto fortemente nel progetto, spiegare con le sue parole il motivo del lancio di Humanity Star:
“Nel marzo 2018, The Humanity Star ha iniziato la sua discesa finale nell’atmosfera terrestre dove è bruciata al rientro, senza lasciare traccia.
Lanciato il 21 gennaio 2018, The Humanity Star è stato progettato per essere un simbolo temporaneo nel cielo notturno che ha incoraggiato tutti a guardare in alto, meditare su quale posto occupa l’umanità nell’universo e pensare a come possiamo lavorare insieme, come una specie, per risolvere le sfide quotidiane.
Durante il suo tempo nello spazio, la stella dell’umanità ha orbitato attorno alla Terra 90 minuti e potrebbe essere stata vista da tutto il mondo come una breve luce scintillante nell’alba, nel tramonto e nel cielo notturno.
Humanity Star è stata progettata per apparire leggermente più luminosa delle stelle e riflettere i raggi del sole quel tanto che basta per attirare gli occhi della gente verso il cielo e lasciarli guardare il cielo notturno molto tempo dopo che il satellite è passato.
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La mia speranza era di incoraggiare le persone a soffermarsi a guardare le stelle e a riflettere sul nostro posto nell’universo. Mentre molte persone sono già acuti osservatori del cosmo, altre migliaia stanno passando il tempo a cercare, osservare e meditare su cosa significhi essere una specie su un piccolo globo nel mezzo di un vasto universo. Grazie alle migliaia di persone che hanno condiviso le loro storie di esperienza con amici e persone care, e anche a coloro che hanno inviato foto e video di Humanity Star.
Mentre il percorso di Humanity Star è stato un breve momento nella storia umana, spero che le conversazioni e le idee che ha scatenato in tutto il mondo continueranno a essere esplorate. Queste sono le conversazioni che avranno un ruolo nel plasmare il modo in cui gestiamo collettivamente il nostro pianeta e lavoriamo insieme per risolvere le sfide che dobbiamo affrontare tutti i giorni”.