Arriva la multa per la piattaforma Rousseau tanto cara ai Cinque Stelle, quella dell’omonima associazione di Casaleggio. E che però, a quanto pare, “non gode delle proprietà richieste a un sistema di evoting (voto elettronico). Non dà le adeguate garanzie che prevedono la protezione delle schede elettroniche e l’anonimato dei votanti in tutte le fasi del procedimento elettorale elettronico durante l’espressione delle preferenze da parte degli iscritti al Movimento”.
Un’analisi, questa, che arriva da
l Garante della privacy, che negli ultimi due anni ha monitorato gli interventi dell’Associazione e l’ha ammonita per le ripetute intrusioni degli hacker. Accompagnando il tutto a una sanzione di 50 mila euro e la richiesta — per scongiurare ulteriori interventii — di consentire la verifica a posteriori delle attività compiute, assegnare credenziali di autenticazione ad uso esclusivo di ciascun utente con privilegi amministrativi, definendo per ciascuno i differenti profili di autorizzazione, e realizzare un sistema di voto che fornisca garanzie di sicurezza, autenticità e riservatezza.Nell’atto con il quale il garante Antonello Soro aveva reso nota l’apertura dell’istruttoria, avvenuta nell’agosto del 2017 e notificata nel gennaio del 2018, il garante contestava la “mancata designazione delle società Wind Tre Spa e Itnet Srl quali responsabili del trattamento dei dati personali degli utenti dei diversi siti riferibili al Movimento 5 Stelle, che configura l’illiceità del trattamento medesimo in ragione della comunicazione dei dati a soggetti terzi, in mancanza del consenso degli interessati”.
L’Autorità — già allora — criticava “l’indiscutibile obsolescenza tecnica della piattaforma” ed evidenziava la necessità immediata di “misure di sicurezza più forti connesse al controllo delle operazioni di voto”.
Tutti contro la Rousseau: i grillini contestano la piattaforma, rivolta 5S contro Casaleggio e la sua creatura